Ladruncoli inesperti e malviventi incalliti sono l’incubo dei commercianti. Furti e rapine mettono alla prova gli esercenti che quotidianamente devono proteggere se stessi e il loro lavoro: panico, insicurezza, impotenza, vulnerabilità sono sensazioni che, chi ha vissuto queste spiacevoli esperienze, conosce e fatica a dimenticare.
Per venire incontro al crescente bisogno di sicurezza espresso da molte categorie professionali, ma anche da tanti comuni cittadini, è in discussione in Parlamento la nuova legge che riguarda la legittima difesa.
Tre storie vere
Con l’obiettivo di fare chiarezza e di raccontare la realtà del nostro territorio, abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha subito rapine mentre si trovava al lavoro nel proprio negozio e dunque ha dovuto fronteggiare i malviventi.
Tutte le testimonianze raccolte paiono concordare su un dato: ferma restando la richiesta di protezione da parte dei cittadini verso le forze dell’ordine e le istituzioni, chi si è trovato faccia a faccia con i ladri non ammette a cuor leggero la possibilità di difendersi con le armi. Il fatto di mettere in pericolo la propria incolumità e quella dei clienti è un fattore che “pesa” sulla scelta di utilizzare una pistola per difendersi o comunque di reagire alla rapina con mezzi di fortuna.
“lo stato non ci difende”
“Un furto come quello che ho subito un paio di anni fa può portare al fallimento – ricorda il proprietario di un’ottica della Bassa friulana -. In pochi minuti non solo sono stato derubato, ma il mio negozio è stato distrutto. Oltre agli ingenti danni, la vittima si sente sola, non protetta. E come potrebbe esserlo quando a mancare, soprattutto nei piccoli paesi, sono le pattuglie che sorvegliano il territorio? È difficile riprendersi da un’intrusione del genere, perché ci si sente defraudati prima dai ladri e poi dallo Stato, che non protegge i derubati nei momenti successivi alla rapina”.
Questo commerciante comunque è contrario all’uso delle armi negli esercizi pubblici. “Avere un’arma non è sinonimo di sicurezza – sottolinea -. Al contrario, quando la si estrae bisogna essere avere ben presente cosa si sta facendo e le possibili conseguenze. Il ladro non ha paura di premere il grilletto e certamente è consapevole che chi ha di fronte non è lucido e raramente addestrato all’uso di un’arma da fuoco. Proprio quando si usano armi, la situazione si fa pericolosa perché tutto diventa ancor più imprevedibile”.
Armati, ma responsabili
Anche per un edicolante udinese è difficile valutare le conseguenze in una condizione di stress e angoscia. “La nuova legge va bene se tutela legalmente gli esercenti, ma questo non solleva nessuno dalle responsabilità individuali”. Occorrono riflessione e nervi saldi per maneggiare una pistola. Durante una rapina non è facile decidere cosa fare in pochi attimi. Inoltre, non si sa fino a che punto il ladro è disposto a spingersi.
“Proprio per questo – continua -, io non me la sentirei di usare un’arma, perché tra il possederla e il maneggiarla la differenza è sostanziale. Avere una pistola è diverso dal padroneggiarla. È vero, chi lavora onestamente non vorrebbe mai perdere l’incasso della giornata, ma tra la vita e il denaro la scelta è chiara: l’importante è non farsi male”.
Reazione imprevedibile
“Probabilmente, visto il mio carattere, non avrei mai avuto il coraggio, o l’avventatezza, per reagire. Però penso che sia assolutamente opportuna una legge che non obblighi le vittime che si difendono a subire un lungo procedimento giudiziario”.
A parlare così è M.P., gestore di una pompa di benzina a Udine, che negli ultimi anni ha subito addirittura due rapine. La prima da parte di quattro persone, durante la quale il benzinaio è stato persino minacciato con la pistola; la seconda per opera di un rapinatore armato di coltello. “A quei momenti ho ripensato spesso, ovviamente – prosegue -. In quelle occasioni non ho avuto la possibilità di difendermi o reagire, ma col senno di poi ritengo di non essere il tipo di persona che ha il sangue freddo necessario a estrarre un’arma e a puntarla contro qualcuno. E’ un discorso molto personale, non può essere valido per tutti. Detto questo, penso anche che il fatto di potersi difendere dissuada i malintenzionati dal provare a rubare”.