Ancora oggi A.M., campano che ha vissuto per un periodo a Monfalcone prima di trasferirsi a Napoli, e’ destinatario di conti da pagare, ingiunzioni, pignoramenti e varie altre incombenze, amministrative e non solo, dopo che, a sua insaputa, dal 2002 al 2007 un camorrista ha utilizzato le sue generalita’ per celare la latitanza.
Fino a quando, cioe’, quest’ultimo non e’ stato scoperto dalla polizia e arrestato (nel 2007) per scontare un residuo di pena per associazione mafiosa. Il camorrista, di origini napoletane, utilizzando il falso nome, aveva trovato lavoro in una ditta che opera in subappalto nei cantieri di Monfalcone, e sempre con le stesse, false generalita’ aveva attivato carte di credito, stipulato un regolare contratto d’affitto e acceso conti correnti bancari e postali.
Pagava puntualmente perfino il canone Rai e aveva disponibilita’ di bancomat e Bancopost. Tanti conti, invece, non sono stati saldati e le conseguenze ancora ricadono sul vero A. M. La vicenda e’ stata resa nota soltanto oggi.
29 maggio 2013