Sono 650 i migranti trovati nei primi quattro mesi dell’anno dalla Polizia di frontiera a bordo di furgoni con i quali tentavano di entrare in Italia lungo i confini della provincia di Trieste.
I numeri salgono ulteriormente, per arrivare almeno a un migliaio, se si contano gli stranieri che si presentano spontaneamente in Questura per chiedere asilo politico.
Secondo il segretario provinciale della Uil Sicurezza di Trieste, Paolo Di Gregorio, il fenomeno è destinato ad assumere dimensioni preoccupanti soprattutto nel periodo estivo. “La percezione è che a breve sarà molto difficile gestire la situazione”, afferma Di Gregorio, “e sarà necessaria una migliore organizzazione con il rinforzo anche temporaneo del personale”.
Il segretario della Uil sicurezza prende spunto dall’ultimo rintraccio a Basovizza di 17 migranti che cercavano di raggiungere Trieste a piedi, “per accendere – dice – un faro su una situazione che sta diventando sempre più pesante”.
I poliziotti da mesi si trovano costretti a un aggravio del carico di lavoro, in quanto spetta a loro fermare e identificare i migranti, riceverne eventuali richieste di protezione o curarne le pratiche di riammissione oltre confine. “Quello dei rimpatri e riammissioni – conclude – è un istituto del tutto residuale. A oggi i casi sono molto rari anche dalle nostre parti. E’ molto complicato applicarlo perchè richiede tutta una serie di requisiti. Per eventuali sviluppi bisognerà attendere le decisioni a livello politico”.