Solenne celebrazione del Giorno della Memoria alla Risiera di San Sabba a Trieste. Monumento nazionale, la Risiera fu utilizzata dopo l’8 settembre 1943 dall’occupatore nazista come campo di prigionia, destinato in seguito allo smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei e il 4 aprile 1944 vi fu messo in funzione un forno crematorio.
Dalla Presidente della Regione Debora Serracchiani, alla quale il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, fuori dal protocollo, ha dato la parola per un saluto, è stata evidenziata la significativa presenza alla commemorazione odierna di tutte le istituzioni. “Il progetto di dominio del nazionalsocialismo ai danni degli ebrei, considerati sub-umani e infine non-uomini”, ha ricordato la Presidente, “è l’unicum della storia che rende la Shoah qualcosa d’inconcepibile. Le vittime non furono solo gli ebrei ma tutti quanti fossero ‘diversi’, come zingari, omosessuali, slavi, oppositori politici e disabili. Bisogna interrogarsi oggi su cosa si muova dentro le persone che, dopo il genocidio degli ebrei, dopo una strage d’innocenti come quella compiuta dai nazisti e dai loro solerti collaboratori, oggi si radunano e letteralmente levano inni alla razza pura e che cosa guidi la mano degli infami che deturpano le targhe in memoria dell’Olocausto o che insozzano le pietre d’inciampo, come accaduto a Livorno e a Milano. Rispetto a certi fenomeni aggressivi, dobbiamo rivendicare il ruolo né neutro né terzo delle istituzioni, chiamate a essere custodi severe dei principi di libertà, democrazia, uguaglianza e tolleranza che fondano la Repubblica e che, incisi nella Costituzione, devono fare scudo a ogni minaccia”.
La cerimonia si è inaugurata con la deposizione di corone d’alloro prima da parte della presidente della Regione, del sindaco di Trieste e del prefetto di Trieste Annapaola Porzio, accompagnati dalle altre autorità civili, e successivamente da parte di gruppi e associazioni.
La serie degli interventi ufficiali è stata aperta dal sindaco di Trieste che ha ricordato come tra le mura della Risiera di Sabba la follia dell’uomo abbia perso la pietà e come la memoria del passato non debba avere solo una funzione consolatoria. Il sindaco ha, inoltre, ravvisato aspetti simili al nazismo nel terrorismo che insanguina i nostri tempi.
Dalla prima cittadina di Sgonico, Monica Hrovatin, è giunto l’invito a diffondere la conoscenza della Shoah tra i giovani: se oggi ancora rimangono in vita superstiti di quella tragedia, tutti noi abbiamo l’obbligo morale di prendere in mano il timone della memoria.
I riti religiosi sono stati affidati, in ordine di intervento, al vicario generale della diocesi Pier Emilio Salvadè, per i cattolici; al rabbino capo Alexandre Meloni, per gli ebrei, e al pastore Eliseo Testa per le comunità evangeliche avventista, elvetica, luterana e metodista. La preghiera del rabbino capo si è conclusa con la supplica che le vittime dello sterminio riposino in pace e, alla fine dei tempi, risorgano alla vita.