Non sono bastate le pubbliche scuse a chiudere il caso del ‘placcaggio’ in mondovisione sull’arrivo dello Zoncolan, che aveva rischiato di rovinare una giornata storica per Lorenzo Fortunato, poi vincitore in solitaria della 14esima tappa del Giro d’Italia.
Nei giorni scorsi, infatti, al protagonista del gesto è stato notificato il Daspo emesso dal Questore di Udine.
A poco più di un chilometro dall’arrivo, in una zona ad accesso limitato ai soli accreditati, il 30enne toscano (che, per altro, si era prenotato all’evento con una data di nascita imprecisa), si era avvicinato al giovane atleta bolognese della Eolo-Cometa, appoggiandosi a lui con la propria spalla e poi spingendolo, con un classico comportamento non solo antisportivo, ma soprattutto pericoloso per la stabilità, l’incolumità e la regolarità della gara, costringendo Fortunato a scartare sulla destra per mantenersi in equilibrio e non perdere la concentrazione a pochi minuti da una vera impresa sportiva.
All’arrivo dei primi inseguitori, solo l’intervento di altri tifosi presenti in quel punto del tracciato aveva impedito allo sconsiderato tifoso di avvicinarsi agli altri atleti impegnati nell’ardua salita al ‘Kaiser’.
Le testimonianze raccolte e le inequivocabili immagini televisive della gara hanno portato a contestare al trasgressore di aver turbato il regolare svolgimento di una competizione sportiva e il mancato rispetto della normativa anti-Covid, in quanto il giovane non utilizzava la mascherina prescritta avvicinandosi fino addirittura al contatto con il fuggitivo.
La Questura udinese aveva subito avviato il procedimento amministrativo per l’eventuale irrogazione del Daspo, procedimento che si è concluso nei giorni scorsi visto che il 30enne, pur residente a Firenze, era di fatto domiciliato a Modena e spesso assente per lavoro.
L’uomo aveva ammesso le proprie responsabilità con le pubbliche scuse e una raccolta fondi (per metà da lui finanziata) annunciate, il 29 maggio, alla presenza di Enzo Cainero nella sede della Fondazione Progetto Autismo Fvg, e aveva provveduto al pagamento delle due sanzioni contestate. In sede legale, però, aveva presentato alcune memorie difensive in cui si tendeva a minimizzare il gesto, da lui ritenuto ‘pressoché innocuo’.
Tenuto conto della ricostruzione di quanto accaduto, dell’importanza della manifestazione, con diretta televisiva internazionale, e non ultimo del ‘rischio di emulazione’, il Questore De Bernardin ha deciso di adottare nei suoi confronti il Daspo, valido per tutto il territorio nazionale, per tutte le manifestazioni sportive professionistiche di ciclismo, su strada o su pista, compreso l’avvicinamento ai luoghi di partenza, di arrivo e al tragitto, da un’ora prima a un’ora dopo il passaggio dei corridori.
In caso di violazione del provvedimento – che durerà fino a fine 2022 – il trasgressore rischia l’arresto in flagranza e una condanna alla reclusione da uno a tre anni e alla multa da 10mila a 40mila euro.