Giulio Regeni è stato visto vivo dopo il rapimento, avvenuto al Cairo il 25 gennaio 2016, in una caserma della National Security Agency. La rivelazione dei un ex 007 egiziano è in mano alla Procura di Roma, intenzionata a chiudere le indagini e andare a processo.
Questa mattina Il Fatto quotidiano, La Repubblica e il Corriere della sera riportano in prima pagina la notizia. Ci sarebbero, però, altre rivelazioni importanti in mano alla Procura capitolina – guidata da Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco – avvolte nel più stretto riserbo. Esse rivelerebbero particolari inediti, mai usciti sui giornali nè divulgati in qualsiasi altra forma.
Prove che dimostrano il coinvolgimento dei servizi segreti egiziani nel sequestro e uccisione del ricercatore friulano.
Sono cinque i funzionari delle forze di sicurezza locali indagati dalla procura di Roma: il generale Sabir Tareq, il colonnello Ather Kamal, il capitano Osan Helmy, il collaboratore Mahmoud Najen e il maggiorne Magdi Adblaal Sharif.
Giulio Regeni vivo dopo il rapimento, ma in mano alla National Security
Le rivelazioni di un ex 007 egiziano raccolte dalla Procura di Roma, assieme ad altre che inchioderebbero i cinque funzionari delle forze di sicurezza locali indagati
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