È una giustizia ancora oggi considerata ‘minore’ che, però, ha un forte peso nell’economia. È quella tributaria, la cui efficienza incide sui destini di aziende e famiglie. In Friuli Venezia Giulia lo scenario si conferma roseo, scorrendo i numeri della relazione che, lunedì 3 marzo, il presidente della Commissione regionale, Francesco Castellano, leggerà in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Lo smaltimento dell’arretrato continua – spiega – e negli ultimi due anni siamo riusciti a dimezzare le controversie pendenti in commissione regionale, con tempi medi che vanno dall’anno in primo grado ai sei mesi in secondo”.
Il 2013 si è chiuso con la riduzione del 10% dei ricorsi pendenti nelle quattro commissioni provinciali, passati da 3.209 a 2.896; in sede di appello, invece, la diminuzione del carico è stata ancora più accentuata, passando da 693 a 542, con un trend del 22 per cento.
Deflazione ed efficienza
I risultati sono frutto di un mix di fattori. Infatti, gli strumenti deflattivi adottati dagli uffici finanziari, in particolare dall’Agenzia delle Entrate, come la mediazioni, hanno ridotto di molto le controversie che approdano in giudizio. Allo stesso tempo, è migliorata l’efficienza delle stesse commissioni tributarie che, così, hanno continuato a smaltire le pratiche arretrate.
“Questa è una regione virtuosa – continua Castellano, alla guida regionale dal dicembre 2009 – le controversie riguardano questioni ‘serie’, sia perché complicate, sia per il loro valore, e non si registra il fenomeno dei ‘ricorsi seriali’ che possono ingolfare il sistema giudiziario. Inoltre, la professionalità dei giudici, qui impegnati, è dimostrata dal numero degli appelli alla sentenze di primo grado: appena il 30 per cento”.
Organico part-time
Attualmente, i magistrati impegnati sono complessivamente una settantina. Novità sono previste nelle prossime settimane a livello di organigramma. Infatti, si insedieranno tre nuovi presidenti di commissione provinciale: a Udine Oliviero Drigani, a Gorizia Raffaele Tito e a Pordenone Gaetano Appierto.
Il nodo del personale non è tanto nel suo numero, quando nell’esclusività dell’impegno. Infatti, le commissioni sono composte da giudici togati, ovvero magistrati che si dividono con gli incarichi nei tribunali ordinari, e giudici non togati, cioè liberi professionisti, come avvocati e commercialisti.
“Almeno in appello – chiede Castellano – servono giudici professionali a tempo pieno, proprio perché nei fatti, vista la materia e gli interessi trattati, la giustizia tributaria non può più essere considerata minore”.
Non a caso, in Cassazione il 30% di tutte le cause riguarda l’ultimo grado di una lite fiscale.