Sono più di una cinquantina i migrati ospitati a Pordenone nell’area allestita da Comune e Prefettura nell’hangar dell’aero campo della Comina. Una soluzione provvisoria, in attesa di una struttura più confacente – che per ora ha evitato il raggrupparsi dei richiedenti asilo nei parchi pubblici o in aree dismesse dove bivaccavano. Due bagni chimici, un generatore di corrente acceso a tempo, soprattutto per caricare il cellulare, coperte per sistemarsi al suolo. Al momento non ci sono brandine o docce, tanto che qualcuno utilizza la roggia vicina per lavarsi. Al pasto ci pensano la Caritas e la Croce Rossa, che si occupa anche dei controlli sanitari in caso di necessità.
Questa la vita di chi è in attesa dell’appuntamento in questura Pordenone per il rilascio del titolo di soggiorno e del riconoscimento della protezione internazionale e umanitaria. La Polizia locale vigila costantemente, ma per ora non ci sono stati problemi di gestione. La Prefettura conferma che la situazione è temporanea e si stanno sondando diverse alternative, soprattutto in vista dell’inverno. La destinazione dell’immobile non più in uso dai missionari comboniani sembra la più accreditata. Ma si vagliano altre proposte Le associazioni cittadine che si occupano di migranti hanno storto il naso per come è stata gestita la situazione, ma il sindaco Alessandro Ciriani rimarca che è il modo migliore per garantire decoro in città e un tetto sulla testa dei richiedenti asilo. GUARDA IL SERVIZIO VIDEO