“La solidarietà, il Presidente Al Sisi, la dimostri coi fatti e non con le parole”.
I genitori di Giulio Regeni non ci stanno e replicano con forza, ancora una volta, alle parole del presidente egiziano che ieri, in un’intervista realizzata per un giornale locale, ha espresso parole di ringraziamento nei confronti del premier italiano, Matteo Renzi “per le sue dichiarazioni positive” a proposito del caso riguardante l’uccisione del ricercatore friulano.
Al Sisi nell’intervista ha affermato che “gli italiani apprezzano la nostra collaborazione con loro e il nostro impegno per arrivare alla verità. Siamo solidali con la famiglia. Vi è una cooperazione tra investigatori dei due Paesi”.
“Lo scambio di visite tra le delegazioni popolari ha aiutato a mostrare l’immagine della cooperazione italo-egiziana – ha continuato Al Sisi, prima di chiudere con una stoccata alla stampa italiana e internazionale che ha seguito il caso, continuando a chiedere verità -. Anche se le indagini in materia sono in corso, alcuni media hanno avuto un ruolo nel complicare il caso”.
A rincarare la dose è intervenuto anche il ministro degli Esteri del Cairo, Sameh Shoukry che ha sottolineato la consapevolezza “dell’interesse dell’opinione pubblica italiana, ma le relazioni internazionali non devono basarsi su casi individuali”.
A queste parole fanno eco quelle di Paola e Claudio: «Non capiamo a quali dichiarazioni positive faccia riferimento Al Sisi né a quale solidarietà alluda, atteso che ad oggi le indagini sono ancora in una fase di stallo e nessuna risposta concreta ci è stata fornita dalle autorità egiziane – hanno dichiarato tramite il loro legale Alessandra Ballerini, ricordando i depistaggi, e l’ostracismo del regime egiziano.
Basti ricordare che il consulente della famiglia Regeni, Ahmed Abdallah, nonché presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, si trova in carcere dal 25 aprile, dove ha anche subito un’aggressione in cella.