Un punto di rifermento. Monsignor Giuseppe Pellegrini, vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone dalla primavera del 2011, è impegnato a dare il proprio sostegno spirituale soprattutto ai tanti lavoratori che stanno combattendo una battaglia per mantenere un’occupazione. Lo ha fatto con gli operai dell’Ideal Standard di Orcenico (per i quali ha promosso anche un’udienza dal Pontefice), è pronto a ripetersi con i dipendenti di Electrolux o della Zona del Mobile. Farà soprattutto quello che è nelle sue possibilità: pregare.
“Quello del lavoro – dice il vescovo – è un diritto sancito dalla Costituzione, ma è anche una dottrina sociale della Chiesa: l’uomo che, con la sua opera, partecipa alla creazione. Il lavoro, poi, dà dignità e serenità familiare. Come vescovo ho cercato di fare la mia parte, portando la vicinanza spirituale della Chiesa ai lavoratori. Oggi anche la situazione di Electrolux è molto delicata. Pure in questo caso sono pronto a dare il mio contributo. La Chiesa non ha certo possibilità di creare posti di lavoro, ma credo che la preghiera sia un efficace strumento di intercessione”.
La crisi economica ha portato un ritorno ai valori cristiani?
“Non mi pare proprio. Lo pensavo e lo speravo, ma non vedo segnali forti in tal senso. Anzi, purtroppo, sento che le persone tendono ancor di più a chiudersi in se stesse e anche i rapporti all’interno della famiglia sono più tesi. Prevalgono gli individualismi e gli egoismi, che sono il male della nostra società. I giovani, poi, pare continuino a non accorgersi di quel che accade loro intorno. Sono più propensi al divertimento che alla ricerca di migliorare la loro situazione. La crisi, al momento, è giunta soltanto a un livello epidermico”.
L’arcivescovo di Udine ha tuonato contro le classificazioni ‘genitore 1 e 2’ al posto di mamma e papà. Lei come la pensa?
“Allo stesso modo. Non si può andare contro la natura. Un figlio nasce da una donna, l’uomo non partorirà mai. Non capisco perché oggi la diversità dei genitori venga continuamente discriminata. Il diverso fa paura, ma è alla base della coesione umana, è ricchezza. E il fulcro di tutto è la famiglia”.
Papa Francesco sta rendendo la Chiesa più ‘terrena’?
“Diciamo che la avvicina di più al cielo. Il pastore e il popolo di Dio, un concetto della teologia conciliare. Un pastore che non si cura di se stesso, ma è ‘in mezzo, davanti e dietro al suo gregge’. E’ al suo servizio come lo è stato Gesù Cristo nei confronti dell’uomo. La bellezza del nostro Papa è che riesce a esprimere tutto con semplici parole e gesti”.
Preti sempre in minor numero e più anziani. Qual è la situazione della Diocesi?
“Stiamo compiendo un cammino che porta alla maggiore corresponsabilità tra preti e laici. I sacerdoti, cha da noi restano un discreto numero seppur con un’età media molto alta, devono occuparsi dei sacramenti e dell’evangelizzazione, sempre più delegando ai laici ruoli in campo amministrativo, catechistico e sociale. Ma i fedeli non devono sentirsi abbandonati se non hanno più un parroco residente nella loro parrocchia, perché intorno avranno anche altri riferimenti”.
I matrimoni sono in calo, ancor più quelli religiosi.
“In molti casi si tratta della paura di fare certe scelte. Un tempo, sposarsi in chiesa era la prassi, ma non è che questo incidesse poi sempre sul resto della vita. Oggi, chi decide di dire sì davanti a Dio lo fa in modo più consapevole. La cosa più preoccupante, invece, è che cala la vita della comunità cristiana e lo dicono i numeri delle presenze ridotte alle messe domenicali. Le persone si curano poco della loro spiritualità, salvo poi accorgersene improvvisamente quando vengono toccate da particolari fatti”.
Quattro vescovi in regione e nessuno friulano. Un caso?
“Bisogna tenere presente che Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia formano un’unica regione conciliare, quella del Nordest. A Rovigo c’è un vescovo udinese, monsignor Lucio Soravito De Franceschi. Per cui diciamo che c’è compensazione”.
“I posti di lavoro? Bisogna pregare”
Il monito: “La crisi non ha ancora riportato la gente ai valori cristiani”
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