La nostra regione sta assistendo a ritorni in grande stile di specie ormai scomparse da lungo tempo. E’ il caso della lontra, il cui primo avvistamento risale al settembre del 2011, quando un esemplare fu investito da un’auto tra Artegna e Buja, a poca distanza dal fiume Ledra. Si tratta di un animale schivo ed elusivo date le sue abitudini notturne, ma da allora gli avvistamenti, per ora soltanto di maschi adulti, si sono ripetuti. Come ci ha spiegato il teriologo Luca Lapini, del Museo friulano di Storia naturale, il fronte di espansione di questo mustelide partito dalla Carinzia alla riconquista dell’Italia si estende ormai dalla nostra regione alla Lombardia e i ricercatori confidano sul fatto che prima o poi si riproduca.
Avanzata inarrestabile
Altro ritorno davvero incredibile è quello del lupo, che avanza a velocità sorprendenti. La sua risalita verso Nord è documentata in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia, mentre da Est si fa sempre più forte l’avanzata del lupo dinarico, di taglia maggiore rispetto a quello italico, dato che raggiunge i 40 chili di peso, contro i 28 del nostrano. Fino a poco tempo fa, però il lupo dinarico sembrava fermarsi ai nostri confini.
Le prime tracce
Stiamo assistendo a un evento inatteso perché è stata accertata la probabile presenza di una coppia sulle Prealpi carniche del Pordenonese. Grazie ai rilievi effettuati dai naturalisti Marco Pavanello e Leandro Dreon – sottufficiali della Polizia locale della Provincia di Pordenone – è stato possibile notare i caratteristici segni di predazione lasciati dal lupo su alcune pecore. Le analisi sulle tracce di Dna rinvenute sulle carcasse, effettuate dall’Ispra in convenzione con la Regione Friuli Venezia Giulia, hanno confermato che si tratta dell’opera di due lupi. Potrebbe trattarsi di una femmina italica e di un maschio dinarico, forse un remake di quanto accaduto sui monti Lessini, nel Veronese, dove una coppia “mista” si è riprodotta quest’anno. Il maschio, in quest’ultimo caso, è partito proprio dai confini della nostra regione. Dopo aver percorso oltre 1.300 chilometri nell’arco di appena due mesi spostandosi, come testimoniato dal radio collare, lungo la valle dell’Isonzo per poi attraversare Stiria, Carinzia, Alto Adige e Trentino, è giunto in Veneto dove ha messo su famiglia.
L’orso è una presenza consolidata. In regione è stato rilevato il passaggio di almeno dieci differenti esemplari negli ultimi 12 anni, tutti maschi giovani alla ricerca di nuovi territori, provenienti sia dalla Slovenia che dal Trentino. Nonostante l’espansione del bosco questo magnifico animale pare faccia fatica a riprodursi nella nostro territorio, forse a causa dell’elevato disturbo antropico.
Lo sciacallo dorato, specie del tutto nuova è in costante espansione, mentre la reintroduzione della lince segna il passo.
A giudicare dai ripetuti avvistamenti di un esemplare nella Laguna di Venezia (estate 2013) sembra che anche la foca monaca stia tornando. Dalla Dalmazia sta risalendo rapidamente l’Adriatico, grazie al fatto che questa specie è ormai protetta anche in Croazia dove un tempo i pescatori la prendevano a fucilate accusandola di rovinare le reti da pesca.