Potrebbe avvicinarsi il momento dell’estradizione in Italia per Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) che, dal 2009, vive in Brasile dove, finora, aveva goduto della protezione del Governo.
L’elezione di Jair Bolsonaro ha già portato a una prima novità: il Supremo Tribunale Federale, infatti, ha ordinato l’arresto di Battisti “per evitare – si legge nelle motivazioni della sentenza – il pericolo di fuga in vista di un’eventuale estradizione”.
In Italia, Battisti è stato condannato per quattro omicidi, tra cui quello del maresciallo della Polizia penitenziaria Antonio Santoro, freddato mentre entrava in servizio in via Spalato, a Udine, il 6 giugno del 1978 con l’aiuto della complice Enrica Migliorati.
In merito all’estradizione, era stato l’ex presidente Lula a negare il rientro in Italia di Battisti. Una decisione che il successore Bolsonaro ha già più volte detto di voler modificare, considerando il gesto un ‘regalo’ nei confronti degli italiani. In merito agli sviluppi, il legale dell’ex terrorista non si è espresso, in attesa di consultare gli atti del giudice.
Lo scorso anno, Battisti era stato fermato nello stato di Mato Grosso del Sud mentre, secondo l’accusa, tentava di attraversare il confine con la Bolivia con 6mila dollari e 1.300 euro. Arrestato, era stato rilasciato tre giorni dopo, ma è sotto processo proprio per esportazione illegale di denaro.