Dopo le emozioni della decima tappa, la prima in salita del Giro d’Italia 2013, che ieri ha consegnato agli appassionati delle due ruote le straordinarie immagini di Passo Cason di Lanza, della salita di Sella Nevea e dell’arrivo sull’Altopiano del Montasio, oggi la carovana rosa è pronta ad animare nuovamente le strade regionali.
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I corridori dovranno percorre 184 chilometri (QUI LA PLANIMETRIA) prendendo il via alle 12.35 da Cave del Predil destinazione Erto e Casso passando per Pontebba (ieri sede di una giornata rosa per i ragazzi promossa dalla Federciclismo), Chiusaforte, Tolmezzo, Villa Santina e Ovaro. Gran Premio della Montagna a quota 1.790 (Sella Ciampigotto) da dove i corridori scenderanno per Laggio, Lozzo e Pieve di Cadore proseguendo per Longarone da dove risaliranno sfiorando la Diga del Vajont per arrivare a Erto e Casso (QUI LA CRONOTABELLA). A scortare gli atleti con l’ormai famoso cordone umano lungo le principali salite del Giro in Friuli Venezia Giulia saranno gli uomini della Protezione civile regionale affiancati dal corpo degli alpini della Brigata Julia, questi ultimi, seppur impegnati in Afghanistan, hanno voluto garantire il proprio supporto all’importante competizione.
IL RICORDO. Sono passati quasi 50 anni dal disastro del Vajont. Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963 e la tragedia costò al vita a oltre 1.900 persone, divise tra i paesi di Erto e Casso e Longarone.
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Oltre ai corridori, il ricordo sarà affidato anche a un campione pordenonese doc, Daniele Molmenti, presente all’arrivo. “Sarà un’emozione commemorare le vittime della tragedia del Vajont”. Essere all’arrivo e assistere agli ultimi sforzi della carovana rosa è un evento in mondovisione che offre molti stimoli. Ma per l’olimpionico di kayak, quello trainante l’11esima tappa del Giro d’Italia travalica gli aspetti sportivi: “Mi auguro che possano prevalere la memoria e il rispetto per chi, cinquant’anni fa, scomparve tragicamente. La storia non va dimenticata, è una maestra di vita da cui bisogna saper trarre i giusti insegnamenti”.
Sottolineata la doverosa premessa, indirizza subito un pensiero ai ‘colleghi’ atleti: “A tutti desidero rivolgere fin d’ora un grande in bocca al lupo. Non sono un fruitore della bicicletta, tanto meno in montagna che frequento camminando, arrampicando e faticando. Spero che lo sforzo non distolga così tanto i corridori dall’ammirare quel notevole patrimonio naturale distribuito lungo le strade del nostro amato Friuli” dice anche in veste di testimonial del Parco delle Dolomiti Friulane. Il 28enne della Forestale sarà all’arrivo in attesa dei corridori e premierà una delle maglie della corsa: “Un onore e un gran piacere”. L’oro olimpico del territorio, nelle sue montagne di cui è testimonial, all’arrivo di un evento unico come il Giro d’Italia: suggestivo.
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Silvia De Michielis
15 maggio 2013