Annunciatrice (per ben 5 anni a Rai 3), attrice (di cinema e teatro), conduttrice televisiva (a Disneychannel), scrittrice (“Tutto da rifare”): Giorgia Wurth, genovese, si muove con naturalezza in tutti i campi dello spettacolo e propone i mille volti di una ragazza che vuole crescere e sperimentare. Non è un caso che uno dei suoi motti prediletti sia: “Non è ciò che tu sei che ti frena, ma ciò che tu pensi di non essere”.
Giorgia è una che non ama allinearsi, ma cerca sempre di distinguersi. Lo ha fatto anche quando ha annunciato ai quattro venti la sua passione per il bianconero friulano. Una dichiarazione d’amore, quella per l’Udinese, che ha colpito molto, anche perché finora il Friuli, nella sua vita, c’è entrato ben poco. Eppure, due anni fa, il colpo di fulmine, la folgorante scoperta del fascino di una provinciale di lusso. Giorgia lo racconta così:
“Devo premettere che non sono una tifosa di quelle che vanno allo stadio, tutt’altro. Prima di appassionarmi all’Udinese seguivo il calcio soprattutto sui giornali. Così ho iniziato ad apprezzare due grandissime persone come Guidolin e Di Natale e a capire il contesto in cui lavorano e mi sono sentita vicino a loro”.
Cosa le piace di Guidolin?
“Secondo me, Guidolin è il più bravo allenatore in Italia e non solo. Oltre che per le capacità tecniche, spicca come persona corretta e rispettosa: una miscela non facile da trovare negli allenatori di successo”.
Quanto al capitano?
“Di Natale è un mito per me: rivedere i suoi gol mi emoziona sempre, la maggior parte sono dei veri capolavori. Sono contenta che si sia legato alla squadra nella quale ha trovato la sua dimensione ottimale: a Udine è un numero uno in una squadra che fa grandi risultati”.
Lei tifa Udinese da due anni: a detta di tutti, quest’ultimo è stato il migliore dell’era Guidolin. Concorda?
“In realtà, a me è piaciuto molto anche quello prima. L’estate scorsa si è un po’ esagerato con le cessioni e all’inizio della stagione ero alquanto scontenta; poi, però, ho capito la politica dell’Udinese e ho ‘scoperto’ quello che è il terzo motivo per cui tifo per la squadra friulana: è una delle poche società che ha i conti a posto in un ambiente che fa enorme speculazione e nel quale tutti sono indebitati fino al collo. E’ una cosa vergognosa! Devo dire però che quest’ultima stagione è stata più emozionante perché i veri campioni si riconoscono quando non si fanno abbattere e l’Udinese ha interpretato alla perfezione il ruolo di grande”.
Insomma, non trova difetti in questa ‘Udinese delle meraviglie’?
“Forse ogni tanto ha paura, le manca la consapevolezza della propria forza. Ma credo sia naturale in un gruppo che ogni anno riparte con tanti giovani nuovi. D’altra parte, c’è da sottolineare un aspetto cui nessuno bada: i giocatori dell’Udinese non finiscono mai sui giornali di gossip. Mi creda, non è cosa da poco. Vivendo a Roma assisto a certe dinamiche che spiegano anche il caos che alcuni ambienti vivono. A Udine c’è la massima professionalità e concentrazione”.
Sul calcio sono stati girati molti film. Ce n’è uno che le è piaciuto in particolare?
“Credo non sia ancora stato realizzato, tanto che avevo pensato di scrivere una sceneggiatura usando il calcio come filtro o punto di vista per rappresentare un Paese, perché di fatto il mondo del pallone è lo specchio della realtà in cui viviamo. Riccardo Schicchi disse giustamente che per gli italiani, oltre al sesso e alla mamma, c’è il calcio. E’ vero, perché è una delle poche cose che riesce ad aggregare e nel contempo dividere”.
L’Udinese può sognare obiettivi ambiziosi come lo scudetto?
“Concordo con Guidolin: l’Udinese deve continuare così. E, visto che i risultati le danno ragione, lasciare pure che gli altri non la considerino big (anche se mi chiedo con che criterio, visto quanto sta facendo): a quanto pare porta bene!”.
Una tifosa vip dell’Udinese è un’eccezione: conosce altri personaggi famosi che sono appassionati del bianconero friulano?
“Sinceramente no, ma visto che ormai c’è questa globalizzazione per cui ogni squadra non ha giocatori della propria città, ma è imbottita di stranieri, da genoana di nascita mi piace sentirmi libera di esprimere il mio amore per una squadra diversa”.