Il negozio bussa alla porta

In alternativa a un lavoro ‘vero’ che non c’è più, oppure per integrare un reddito insufficiente, molti friulani hanno guardato alla vendita diretta a domicilio come occasione di guadagno. Va detto subito che il quadro non è tutto ‘rose e fiori’: alcuni marchi negli ultimi due anni di crollo generalizzato dei consumi hanno subìto la medesima sorte di grande e piccola distribuzione, altri invece hanno registrato un’impennata di fatturato e rete vendita.
Chi ride e chi piange
La formula della vendita diretta è praticata tramite due modelli di business: il ‘porta a porta’, appunto, e la vendita per riunione (party plan). Sommando i dati delle due associazioni di categoria più rappresentative, risulta che in Friuli Venezia Giulia operano reti commerciali con un totale di 6.432 incaricati, che con la loro attività hanno generato un volume di vendita di 60,5 milioni di euro nell’ultimo anno. Mediamente, quindi, ogni ‘piazzista’ realizza un volume di oltre novemila euro all’anno, incassando una provvigione che varia tra il 15 e il 40 per cento.
Lo scenario è, come detto, in chiaroscuro. L’associazione di rappresentanza Avedisco, infatti, denuncia un Friuli Venezia Giulia in netta controtendenza rispetto al resto del Paese: se a livello nazionale il numero di incaricati alle vendite è in crescita dell’8,4 per cento, nella nostra regione cala del 21 per cento e scende anche il fatturato realizzato. All’interno di questa aggregazione troviamo marchi come i cosmetici Avon, i surgelati Eismann, integratori alimentari Herbalife.
Ben diverso è il termometro delle reti rappresentate da Univendita, le cui aziende nell’ultimo anno hanno registrato un aumento del 13 per cento di addetti e dell’11 per cento delle vendite. Tra esse troviamo i prodotti cosmetici e di igiene Just, gli aspirapolvere Vorwerk Folletto e anche un marchio friulano: la Bofrost, che vende surgelati a domicilio e che ha sede a San Vito al Tagliamento.