Solo pochi giorni fa la sanità è stata travolta dall’onda anomala dei ‘furbetti del cartellino’, medici cioè che risultavano presenti in strutture ospedaliere, mentre in realtà erano fuori sede, a giocare a tennis, come succedeva a Napoli, oppure a svolgere nei propri ambulatori privati la loro professione, com’è il caso dei coniugi odontoiatri di Gorizia. Una vergogna che, ancora una volta, colpisce i cittadini, i quali continuano a vedere ridotti i servizi in termini di qualità e di tempistiche se non mettono mano al portafoglio.
A ciascuno di noi è capitato, infatti, di ottenere in tempi brevi e a pagamento una prestazione per la quale il servizio pubblico ci avrebbe fatto attendere mesi. Lo stesso dicasi per una vista con un dato specialista, irraggiungibile nel pubblico, disponibilissimo nel suo ambulatorio privato, che spesso coincidono. Messa così, però, la questione fa davvero arrabbiare. La salute è un diritto di tutti, non solo di quelli con reddito più alto, e dovrebbe essere garantita. Liste d’attesa infinite, diagnosi tardive e interventi procrastinati invece, non garantiscono proprio nessuno, a parte la certezza di rendere più gravi certe patologie, con conseguente aumento dei costi sanitari per i trattamenti. Un cane che si morde la coda, dunque. Pagato sempre e comunque dai cittadini.
Il pubblico arranca, il privato corre
Il caso dei coniugi odontoiatri di Gorizia, una vergogna che, ancora una volta, colpisce i cittadini
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