Era accusato di bancarotta documentale e preferenziale in relazione al fallimento di un’agenzia immobiliare. Un imprenditore udinese di 56 anni è stato condannato dal Tribunale collegiale di Udine a un anno di reclusione, pena sospesa. I giudici hanno riqualificato l’imputazione di bancarotta documentale in bancarotta semplice. Il pm Elena Torresin aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi di carcere.
I fatti risalgono al 2019, anno in cui la Diesel Friuli srl di Majano fu dichiarata fallita dal Tribunale di Udine. Secondo il capo d’imputazione, l’imprenditore non consegnò alcuni libri e scritture contabili al curatore fallimentare e favorì un creditore a danno degli altri, effettuando un conguaglio tra un debito di 127mila euro con un ex socio e un credito dello stesso valore.
“Siamo parzialmente soddisfatti – spiega il difensore, l’avvocato Luigino Bottoni – per la riqualificazione del primo reato. Attendiamo le motivazione per valutare un eventuale ricorso”.