La Regione mette in vendita il suo patrimonio immobiliare. Parliamo di quello disponibile che, in quanto tale, può essere proposto al mercato in tempi ragionevolmente brevi. A distanza di una decade dalla precedente vendita, il presidente Massimiliano Fedriga è deciso a mettere sul mercato un patrimonio che si aggira attorno ai 120 milioni di euro, costituito da immobili di vario tipo e terreni, assoggettati alle regole del diritto comune e come tali potenziale oggetto di compra vendita.
Anzi, come ha annunciato a Udine in occasione della cerimonia di premiazione, Fedriga ha già avviato le procedure per mettere in vendita l’appartamento a disposizione del presidente a Trieste e presto seguiranno la stessa sorte decine di fabbricati. Che non si tratti di un annuncio a sorpresa lo conferma anche Barbara Zilli, assessore regionale alle Finanze e patrimonio, impegnata nella sigla di un protocollo di intesa con l’Agenzia del demanio proprio che avrebbe il compito di piazzare sul mercato gli immobili.
In base all’ultimo report realizzato dal Servizio gestione patrimonio immobiliare della Direzione centrale finanze e patrimonio, sono disponibili 128 beni per un valore complessivo di oltre 120 milioni di euro.
Nella lunga lista si trova di tutto: terreni già appartenuti al demanio, fabbricati rurali e terreni coltivati, immobili un tempo utilizzati come uffici. Parte di questi immobili in realtà, pur facendo parte dell’elenco dal punto di vista formale sono destinati a passare di mano, come nel caso dei fabbricati di proprietà dell’Aiat di Grado sui quali la Regione vanta il diritto di superficie, che saranno trasferiti alla fine del 2025 al municipio gradese. Non c’è che l’imbarazzo della scelta in termini di valori e tipologie.
Si va da un valore di 90 euro per un terreno in località San Valentino a Fiumicello ai quasi 20 milioni di euro della azienda Marianis, i cui terreni e fabbricati si trovano in località Piancada a Palazzolo dello Stella, appartenuti all’Ente nazionale Tre Venezie ormai chiuso e ora in gestione all’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale Ersa. Nella maggior parte dei casi si tratta di compendi, ovvero di proprietà che comprendono fabbricati e terreni, altri solo fabbricati che, in termini di valore e appetibilità dovrebbero trovare più facilmente acquirenti, soprattutto se si parla di centri turistici.
“Quando ci siamo insediati – conferma l’assessore Zilli – abbiamo effettuato una verifica del patrimonio distinguendo tra immobili strategici e non. Questi ultimi provengono spesso da lasciti, trasferimenti dalle ex province o da enti ormai soppressi. Ci siamo detti che era opportuno realizzare un piano di dismissione, per mettere questi beni a disposizione della collettività favorendo investimenti che producano ricadute positive per l’economia regionale. Il problema è come farlo, perché spesso gli immobili messi all’asta subiscono un rapido decremento di valore. Abbiamo quindi coinvolto l’Agenzia del Demanio e stiamo lavorando alla creazione di una cabina di regia che coordini il lavoro tra la stessa agenzia, Regione ed enti locali eventualmente interessati ad acquisire alcuni di questi beni. Al contempo sarà fornito supporto ai Comuni proprietari di beni dell’ex demanio militare, difficili da valorizzare a causa di vincoli sulla destinazione o della necessità di effettuare investimenti molto elevati”.
Zilli non esclude a priori la cartolarizzazione, ma punta prima di tutto sulla collaborazione istituzionale. “Il protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio, che intendiamo siglare il prossimo gennaio, permetterà l’avvio di nuove iniziative di valorizzazione, razionalizzazione e dismissione del patrimonio pubblico. Queste finalità saranno perseguite mediante la verifica dell’esistente, la collaborazione per realizzare le attività preliminari all’immissione sul mercato, la cooperazione e integrazione delle informazioni per favorire gli investimenti, e il completamento – elemento per noi fondamentale – del tarsferimento di tutti i beni del demanio idrico statale a quello regionale. Una volta acquisiti tali beni, in presenza della richiesta di privati o della stessa Regione, e se non serviranno, saranno messi in vendita. Realizzeremo pure una piattaforma informatica per pubblicizzare la nostra volontà di vendere i beni oltre a garantire il costante aggiornamento sulla loro consistenza. Le di risorse ricavate dalla vendita finanzieranno investimenti pubblici, capaci a loro volta di creare economia. Salvo ovviamente emergenze che però al momento non vedo”.