L’incendio che ha interessato oltre mille ettari di bosco sul Monte Jovet ha provocato danni ingentissimi oltre che alla vegetazione anche alla fauna. In attesa di verifiche sul posto da effettuarsi ad emergenza conclusa, le stime della Polizia Provinciale di Udine per quel che riguarda le popolazioni ungulate ipotizzano un decremento (in parte per decessi in parte per spostamento in altre zone), viste l’estensione e la particolare orografia del territorio, che potrà raggiungere l’80% della consistenza numerica precedente il vasto rogo. Il fuoco, infatti, oltre a causare mortalità durante l’incendio rende difficile la vita alle specie sopravvissute a causa della trasformazione dell’ecosistema e della catena alimentare. Si ritiene, inoltre, che la velocità di avanzamento delle fiamme abbia di fatto impedito la fuga alla maggior parte dei mammiferi di medie-piccole dimensioni che, pertanto, non possono essersi salvati, se non in numeri trascurabili. Le popolazioni ungulate hanno al seguito anche i piccoli che con due mesi circa di vita non hanno la velocità di fuga degli adulti. Accertamenti verranno eseguiti appena possibile per quel che riguarda la mortalità della fauna pregiata alpina (cervi, camosci, stambecchi, marmotte, coturnici…).
Intanto, dalla tarda serata di ieri, la Sp 76 della Val Raccolana chiusa al traffico dalle ore 15 del 7 agosto, è di nuovo percorribile. La Protezione Civile, in Comune di Chiusaforte, ha consegnato alla Provincia i lavori eseguiti per la messa in sicurezza. L’intervento ha riguardato la realizzazione di un tratto di strada provvisoria, la verifica del versante e la posa in opera di una barriera paramassi provvisoria nella zona immediatamente a monte della carreggiata. La Provincia ha posizionato la segnaletica verticale necessaria per la deviazione del traffico sul tratto percorribile a lato della strada. “Permane la necessità – evidenzia il vicepresidente della Provincia di Udine con delega alla viabilità Franco Mattiussi – di provvedere all’immediata chiusura della strada in caso di precipitazioni intense. Per poter mantenere la strada aperta al transito in ogni circostanza, quindi anche nei mesi autunnali e in inverno – i periodi dell’anno più critici per rischio smottamenti e frane che, per effetto dell’incendio, potranno essere ancora più pericolosi – auspichiamo che l’intervento effettuato in questi giorni venga completato con la posa in opera di reti paramassi definitive e realizzato in accordo con la Protezione Civile regionale”.
Incendio monte Jovet: danni alla fauna
Decremento stimato della popolazione ungulata pari all’80%
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