Non c’è solo il caso Regeni a incrinare i rapporti internazionali dell’Italia. Un’altra vicenda sta creando più di qualche attrito tra il nostro Paese e la Russia. Si tratta dell’incubo nel quale è precipitato da cinque giorni Odesio Manarin (nella foto tratta da un sito russo), residente a Vajont e comandante della Polizia Locale di San Quirino. La scorsa settimana si trovava in Russia a Volgograd con la moglie per ultimare le pratiche dell’adozione di un bimbo russo. Sulla sua testa pende l’accusa di averlo percosso, motivo per il quel rischia un processo in tempi brevi, con una possibile reclusione di due anni.
Manarin dalla Russia, anche attraverso i social, ha fatto sapere che si tratta di un equivoco, perché in realtà aveva solo cercato di contenere un crisi isterica del bambino che rischiava di finire in una strada trafficata. Non la pensano così le forze dell’ordine russe. L’uomo ora si trova in libertà a Mosca, dove si è spostato per parlare con i legali del consolato italiano, da cui è seguito costantemente. I mezzi di informazione russi si sono scagliati contro di lui: il suo volto sta facendo il giro di Tg nazionali riempie le pagine dei giornali.
Del caso si sta interessando anche la Farnesina e in suo aiuto si è mossa la politica regionale in modo trasversale. II senatore Lodovico Sonego del Pd ha scritto all’ambasciatore Cesare Maria Ragaglini e la deputata di Forza Italia, Sandra Savino, ha presentato un’interrogazione alla Camera chiedendo al Minsitro Gentiloni di intervenire. A San Qurino gli abitanti vivono ore di apprensione, ed esprimono piena solidarietà a Manarin, definendolo un uomo integerrimo. Il sindaco Corrado Della Mattia ha bussato alla porta del prefetto di Pordenone Maria Rosaria Laganà. Intanto, l’attesa per Manarin si fa snervante.