Le testimonianze dei ragazzi devono essere prese con le molle e alcune non sono compatibili con la scena in cui si sarebbero svolti i fatti. Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni dei consulenti della difesa nel processo in Tribunale a Udine che vede imputato un’ex insegnante dello Stringher, accusato di violenza sessuale e molestie nei confronti di undici ragazze tra il 2017 e il 2018.
Primo a deporre davanti ai giudici è stato l’ingegner Giuseppe Monfreda, che ha giudicato non genuine alcune testimonianze e spiegato come alcuni contatti tra il docente e le ragazze, interpretati come strusciamenti dagli alunni, erano inevitabili data la disposizione degli arredi e le modalità con cui un qualsiasi insegnante corregge uno studente che manipola cibi e bevande in sala o prepara un caffè.
E’ seguita la consulenza di Giuseppe Sartori, professore di neuropsicologia forense all’Università di Padova. Per Sartori, la valutazione complessiva delle dichiarazioni è delicata poiché a più riprese i ragazzi hanno parlato dei fatti tra di loro. In questi casi, subentrano meccanismi psicologici che modificano i ricordi e moltiplicano gli errori nel racconto.
La prossima udienza è prevista per inizio novembre, quando comincerà la discussione.