Circa 3 mila persone in fuga dalla guerra sono già transitate al confine di stato del Friuli Venezia Giulia. Si tratta per la quasi totalità di donne e bambini con documenti di identità regolari e validi per l’ingresso in Italia. Di queste la maggior parte hanno dichiarato di poter contare sull’ospitalità di familiari e amici già residenti in Italia o in altri Stati Europei. È quanto emerso nel corso della riunione tenutasi questa mattina, in videoconferenza, presieduta dal Prefetto di Trieste, Annunziato Vardè.
All’incontro erano presenti i Prefetti dei Gorizia, Raffaele Ricciardi, Pordenone, Domenico Lione, e Udine, Massimo Marchesiello, il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi, l’assessore regionale alle autonomie locali e immigrazione, Pierpaolo Roberti, il dirigente della IV zona della Polizia di frontiera, il presidente dell’Anci Friuli Venezia Giulia, Dorino Favot, e i rappresentanti dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati.
L’incontro è stato occasione per un punto della situazione oltre che sul flusso dei transiti anche sulla percentuale di cittadini ucraini che hanno deciso di rimanere sul territorio regionale, che al momento sono una settantina. Di queste solo 20 persone circa non hanno potuto contare sulla presenza in regione di una rete familiare e sono attualmente ospitate in strutture di accoglienza a loro riservate. Solo due persone hanno presentato istanza di protezione internazionale.
È stata affrontata anche l’esigenza dello screening sanitario di tutti i cittadini ucraini che intendono stabilirsi in regione e per il quale sarà individuato un percorso specifico. È stata sottolineata la necessità di un coinvolgimento dei Sindaci sia nell’individuazione di strutture per l’accoglienza sia nelle attività di raccordo delle iniziative spontanee di solidarietà.
Infine è stato concordato di istituire ai valichi confinari di Fernetti e Tarvisio posti di ristoro alla frontiera che saranno organizzati dalla Protezione civile regionale.
Domattina il Prefetto di Trieste presiederà una riunione a livello provinciale per un confronto con i Sindaci e le associazioni di volontariato.
“La sede operativa della Protezione civile regionale di Palmanova potrebbe essere uno dei due hub nazionali di raccolta e smistamento di farmaci e dispositivi sanitari a favore dei profughi ucraini. La decisione sarà formalizzata in serata all’incontro quotidiano con il dipartimento nazionale di Protezione civile. Sull’accoglienza al di fuori dei confini nazionali, le nostre squadre sono pronte a partire per organizzare un campo d’accoglienza per i profughi probabilmente in Polonia, c’è la disponibilità di una delle colonne mobili di Palmanova per allestire 250 posti letto. Anche questa decisione sarà presa nelle prossime ore, mentre già domani sarà avviata la distribuzione di generi di conforto in frontiera a Fernetti e Tarvisio con i volontari”, ha riferito Riccardi.
“La Protezione civile della Regione si sta organizzando anche per contribuire al trasporto di una decina di bambini oncologici che deve uscire dall’Ucraina per essere presa in carico dall’istituto Burlo”, ha riferito ancora Riccardi che ha espresso preoccupazione, inoltre, per gli aspetti sanitari degli ingressi dei profughi.
“Non conosciamo la condizione sanitaria dei cittadini ucraini ed è necessario avere chiarezza sui percorsi da seguire su quarantena, tamponi, gestioni di eventuali positività, per evitare il rischio che l’infezione da Covid possa risalire come accaduto di recente a causa dell’alta incidenza del virus in Austria e Slovenia. Serve un coordinamento unitario per la sorveglianza sanitaria e regole chiare per gestire il governo dei confini al momento da fare a valle. Fino ad ora, i cittadini ucraini in transito hanno avuto una destinazione di arrivo da amici o parenti, ma come è emerso dalla riunione apprendiamo che la situazione sta cambiando con ulteriori arrivi non così organizzati; bisogna prendere in mano la situazione per evitare riflessi sull’infezione”.
Riccardi ha sollevato anche la questione delle risorse che sottoporrà nella riunione con il Dipartimento di Protezione civile nel tardo pomeriggio informando sul fatto che la Regione decreterà lo stato di emergenza regionale con un primo stanziamento necessario ad affrontare le prime spese.
Nel suo intervento, il vicegovernatore ha rimarcato inoltre la necessità di gestire gli importanti slanci di generosità della popolazione: “I Comuni devono portare avanti esclusivamente iniziative di solidarietà che sono in grado di governare dall’inizio alla fine e che non devono essere in contrasto con le azioni coordinate di Protezione civile”.
“La Regione – ha informato ancora Riccardi – è pronta a fare la sua parte anche sul fronte dei posti letto: in base alle richieste emerse, abbiamo comunicato le nostre disponibilità per oncologia con il Cro di Aviano e pediatria con il Burlo di Trieste”.
Il vicegovernatore ha poi chiarito in merito alle donazioni economiche di solidarietà che “il Friuli Venezia Giulia utilizzerà il conto corrente già attivato dalla Croce rossa italiana, dall’Unicef e da Unhcr”.
Anche Roberti ha rilevato l’importanza di spiegare alle associazioni e ai Comuni del territorio la necessità di un coordinamento “per non trovarci in situazione di confusione negli aiuti da offrire ai cittadini ucraini”.
“Nel lungo periodo – ha riferito Roberti – potrà essere utile valutare assieme alle prefetture i progetti di accoglienza proposti dalle diverse associazioni di categoria per verificarne la fattibilità”.
“I comuni del Fvg – ha commentato al termine del tavolo tecnico il presidente di Anci Fvg Favot – hanno manifestato massima disponibilità per mettere a disposizione dei cittadini ucraini, in arrivo in regione, alloggi e locali idonei all’ospitalità. Inoltre, grazie anche alla generosità dei cittadini, i sindaci sono pronti a coordinare e avviare raccolte di beni utili come vestiario o farmaci. Il tutto, però, deve avvenire in maniera coordinata: proprio per questo l’invito è quello di attendere le indicazioni che a breve dovrebbero arrivare a tal riguardo da Roma”.
“I cittadini ucraini che al momento hanno deciso di restare in regione non sono molti ed è quindi importante avviare raccolte di generi alimentari e di prima necessità solo nel momento in cui si saprà dove destinarli e come gestirli al meglio. Anci Fvg – ha concluso Favot – metterà a disposizione anche i suoi mezzi di comunicazione interni per informare in tempo reale i sindaci per agire in maniera coordinata, nonché per raccogliere eventuali dati utili considerando anche l’emergenza sanitaria in atto”.