Seconda notte di conflitto in Ucraina. Una pioggia di missili russi è caduta su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città, arrivando a raggiungere un aeroporto ad appena 130 chilometri dalla Polonia.
Le sirene hanno risuonato più volte nella capitale, dove la popolazione è stata invitata a raggiungere i rifugi antiaerei. L’Ucraina conta finora 137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’invasione e parla di 800 uomini persi dalle forze russe, che, invece, non hanno fino a questa mattina fornito alcun dato sulle vittime dell’invasione iniziata poco più di 24 ore fa. Sui numeri non ci sono comunque conferme da fonti indipendenti. La presidenza ucraina ha affermato che le forze russe hanno preso l’area di Chernobyl e che è ora impossibile dire se la centrale è al sicuro. Per ora non ci sono notizie su eventuali danni ai reattori o al magazzino delle scorie nucleari.
Romania e Polonia hanno aperto le frontiere. Fanno passare donne, bambini e anziani. Si registrano lunghe file di auto in uscita dalle principali città. Il presidente Volodymyr Zelensky ha emanato ieri sera un decreto che dispone una “mobilitazione generale” di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. Combattimenti imperversano in tutto il Paese mentre appare sempre più vicino alla meta il piano della Russia di assumere il controllo di Kiev.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, questa mattina renderà un’informativa urgente alla Camera dei Deputati sul conflitto in Ucraina. Alle 12.30 sarà al Senato della Repubblica. Alle 15, il premier parteciperà al vertice Nato in videoconferenza, prima del Consiglio dei Ministri.
“L’Ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti”, ha detto Draghi. “L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro. Ai circa 2.000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese”.
“Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza”, ha detto ancora Draghi, ringraziando tutto il personale diplomatico italiano.
“L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei. Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato”.
“Ieri, in serata, ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky, in cui l’Unione Europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il Presidente Zelensky. E’ nascosto in qualche parte di Kiev. Ha detto che lui non ha più tempo, che l’Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. E’ stato un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo”.
“Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2.000 militari disponibili”, ha detto poi Draghi.
“Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia”, ha poi proseguito Draghi. “La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa. Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. In Italia, abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020 – a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità e evitare il rischio di crisi future. Il Governo monitora in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee”.
“La fine dell’inverno e l’arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni. L’Italia è impegnata inoltre a spingere l’Unione Europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune, che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva sul tema”.
“Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario. Sì, è necessario. Per il futuro, la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica, e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture. Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza. Per farlo, è essenziale il vostro appoggio – della maggioranza e dell’opposizione”, ha ribadito il premier. “In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader. Vorrei ringraziarli tutti. Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli Italiani e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese. Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi”.