L’assassinio di Giulio Regeni ha portato la Corte costituzionale italiana ad affermare che per il reato di tortura non è ammissibile in alcun caso qualunque forma di immunità. E questo sia per il diritto italiano, sia per quello internazionale. La Consulta lo ha affermato nella sentenza pubblicata oggi, in cui ci sono le motivazioni che hanno portato i giudici a dichiarare parzialmente incostituzionale la norma del codice di procedura penale che impediva la partenza del processo ai quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati della morte del ricercatore friulano. La norma prevede che il processo non può cominciare senza la prova che il procedimento è stato notificato agli imputati. Tale tale condizione, dicono i giudici, non vale però per i delitti commessi mediante tortura, in particolare se lo Stato di appartenenza dell’imputato non collabora.
La Consulta sul caso Regeni: “inammissibile qualunque caso di immunità”
Per il reato di tortura non è ammissibile in alcun caso qualunque forma di immunità.
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