L’autonomia sanitaria, anche sul fronte della qualità del servizio, ci è davvero convenuta? Dallo studio condotto da Fulvio Mattioni, presentato a fine marzo dalla Cisl di Udine a Palmanova, parrebbe proprio di no. Tra le 10 ‘megascelte’ che hanno condizionato negativamente i conti del Fvg nel nuovo millennio c’è anche, appunto, la questione sanitaria. “Dal 2002 al 2012 – spiega Mattioni – il budget della Regione è cresciuto, sia in via strutturale, sia per afflussi di risorse una tantum. Ciò ha creato l’illusione che, anche in tempi di crisi, il bilancio potesse allargarsi.
Di conseguenza, da una parte è stato abbattuto il debito del Fvg , ma dall’altra è cresciuta la spesa pubblica, a partire da quella sanitaria. Su questo fronte, alla nostra Regione spetta il primato di crescita in questo lasso di tempo: più 49,5% contro una media nazionale di più 38,3%. In particolare, la spesa del personale è passata da 622 a 949 milioni (dal 37,5% al 38,3 del spesa corrente complessiva), quella per altri beni e servizi da 324 a 679 milioni (dal 19,5% al 27,4), quella per i farmaci utilizzati nelle strutture da 56,3 a 179,5 milioni (dal 3,4% al 7,2). La spesa per la medicina di base è salita in termini assoluti (da 93 a 129 milioni), ma è calata in termini percentuali (dal 5,6 al 5,2). E’ scesa, invece, la farmaceutica convenzionata – ovvero le medicine acquistate con ricetta in farmacia – passando da 222 a 190 milioni (dal 13,4 al 7,7%). Nel contempo, è salita la burocrazia, nel senso che è lievitata la componente impiegatizia del personale, ma non quella di tecnici, medici e infermieri”.
“In merito alla qualità del servizio sanitario, la Corte dei Conti del Fvg – continua Mattioni – ha confrontato la nostra con le altre Regioni per il periodo 2002-2012. Nella sua delibera di parificazione del bilancio regionale 2013, la Corte descrive una Sanità regionale che passa dai vertici nazionali a metà classifica, priva di indirizzi strategici e di governo, bicefala (ospedale e distretto separati in casa), a forte rischio di sostenibilità finanziaria e, infine, in grave arretramento per quanto concerne la qualità dei servizi offerti nonostante la presenza di alcune eccellenze. Tra l’altro, il Fvg è andata in direzione contraria rispetto al Patto della Salute 2010-2012, per il quale l’obiettivo era di dedicare alle attività ospedaliere il 44% del budget, a quelle distrettuali il 51 e alla prevenzione il 5. Invece, in Fvg l’ospedaliero è passato dal 49,4% del 2009 al 50,6 del 2012, il distrettuale dal 47,7% al 47 e la prevenzione dal 2,9% al 2,4”.