Di fronte ad un commercio cittadino in ginocchio, di fronte alla fuga massiccia verso i centri commerciali, di fronte all’abbandono da parte degli studi professionali e delle categorie economiche, l’unica alternativa per fermare la corsa verso la sconsolante desertificazione di Udine passa attraverso un Piano straordinario della viabilità in grado di agevolare l’arrivo e la permanenza in città, studiando forme di parcheggio incentivanti (meno strisce blu; a partire dal tardo pomeriggio rendere gratuito il parcheggio per attrarre gente; parcheggi scambiatori e bus navetta gratuiti che portano in centro; revisione delle forme tariffarie), eliminando le piste ciclabili inutili e pericolose (come quella che da piazzale Diacono arriva fino in via Zanon).
Per riscrivere un nuovo inizio per Udine è necessaria anche la contestuale revisione complessiva delle zone a traffico limitato che non facilitano l’economia locale, hanno sottolineato Ioan e il candidato-commerciante Antonio Flacone che ha lanciato un sos: “Qui le cose stanno precipitando, i commercianti non ce la fanno più, se non s’interviene in tempo, altre chiusure e altri trasferimenti annunciati si verificheranno”.
I commercianti vogliono riaprire le vie blindate al traffico (Manin, Vittorio Veneto, Mercatovecchio, Stringher)? Se questo servirà per ridare vita alle attività commerciali, lo si farà. Si farà tutto il necessario, di concerto con gli esercenti, per rimettere in piedi questa città, parola del candidato sindaco Adriano Ioan che, all’incontro organizzato al Contarena per affrontare le problematiche del centro storico dal punto di vista di chi ci lavora e ha attività, ha intercettato il profondo malessere dei commercianti, non poco irritati, fra l’altro, per il parcheggio da 11 milioni di euro in piazza Primo Maggio che non risolverà di certo le emergenze, ma servirà solo ad indebitare ancora di più i cittadini di Udine (che già compare al decimo posto come comune più indebitato d’Italia).
“Io mi chiedo: non sarebbe stato meglio, piuttosto che buttare via i nostri soldi per un buco, che il Comune acquistasse per 7 milioni di euro Palazzo Antonini (ex sede della Banca d’Italia) in modo da renderlo, con quel suo parco secolare, un punto di riferimento per gli udinesi e non solo?”, ha domandato Ioan registrando la condivisione del pubblico.
Fra gli oltre 70 partecipanti all’incontro pubblico anche una delegazione di taxisti che hanno chiesto di essere ascoltati, loro che vivono quotidianamente la viabilità e non ne possono più, al pari degli automobilisti, di piste che ostacolano la circolazione delle auto e di mini-rotondine assurde per le quali si è speso denaro pubblico per ingarbugliare e caoticizzare il traffico.
Nel libro nero sono finiti anche i marciapiedi costellati da buche, le strade del centro città con i porfidi ‘saltati’ incollati fra loro con l’asfalto, la manutenzione carente di piazze dove le lastre sono sconnesse, per non parlare dell’insensata scelta di togliere, dopo mille anni di storia, il mercato da piazza San Giacomo per trasferirlo in un’altra piazza, XX Settembre, con un duplice fallimento: piazza San Giacomo semi-vuota e privata della sua identità e piazza XX Settembre durante la settimana con poche bancarelle e tre quarti del giorno deserto dei tartari, con i totem che nessuno ascolta e due misere panchine agli angoli su cui nessuno si siede… Durante le oltre due ore di dibattito serrato, gli intervenuti hanno formulato domande anche sulla cultura, l’università e l’imprenditoria.
4 aprile 2013