Una delle preoccupazioni espresse a più riprese dai comitati che si battono per la salvaguardia del lago di Cavazzo è che il bacino naturale sia destinato a un rapido interramento a causa dell’afflusso di fanghi provenienti dalle condotte della centrale di Somplago che a sua volta riceve le acque di buona parte dei fiumi della Carnia.
Il processo di interramento sarebbe così rapido da far perdere le sue caratteristiche al lago entro i prossimi cento anni ed è dunque indispensabile immaginare soluzioni che permettano di evitare questo pericolo.
Per capire cosa stia effettivamente accadendo ai fondali dello specchio d’acqua, sono al lavoro un gruppo di ricercatori dell’ Istituto di scienze marine (Ismar) di Bologna, del Comitato nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’ Osservatorio geofisico sperimentale (Ogs) di Trieste che d’ intesa con i Comuni di Bordano, Cavazzo Camico, Trasaghis, il Comitato per la difesa e valorizzazione del lago ed il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, da lunedi 25 a venerdi 29 maggio, eseguiranno con strumenti di ultima generazione una serie di rilievi geofisici del lago. L’intenzione è di compilare una mappa morfobatrimetrica di dettaglio del fondo e una mappa della spessore e della distribuzione dei sedimenti, a cui seguiranno ulteriori studi.
Il piano dei rilievi, le finalità e le avanzate tecniche utilizzate per l’occasione, saranno illustrate da Luca Gasperini, scienziato dell’Ismar-Cnr, nella conferenza stampa organizzata per martedì 26 maggio 2015 nelle sale del Palazzo della Regione a Udine.
Lago di Cavazzo sotto esame
Sono in corso misurazioni con strumenti avanzati per comprendere il livello dei sedimenti
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