Via libera della Regione alla dismissione di 14 immobili dell’Azienda sanitaria isontina. In sostanza la delibera regionale autorizza l’Ass a riclassificare da patrimonio indisponibile a patrimonio disponibile tali beni. Ovvero, si tratta del passo propedeutico all’alienazione degli stessi. Le ragioni? Dalla documentazione presentata dall’Ass, si legge nella delibera della giunta regionale n° 1590 del 29 agosto, “si evince che l’azienda – al fine di razionalizzare le risorse e di contenere le spese – ha l’esigenza di dismettere quegli immobili che necessitano di investimenti per la loro ristrutturazione e manutenzione, ovvero il cui utilizzo non rientra nei piani logistici operativi aziendali in assenza di un interesse strategico operativo”.
Undici strutture – parecchie delle quali ormai fatiscenti – si trovano nel capoluogo isontino e fanno parte, in prevalenza, del complesso ospedaliero di via Vittorio Veneto. Le altre tre, invece, sono a Mariano del Friuli (in località Corona), Grado e Cormons. Nel centro collinare l’Ass rende disponibili tre piani (2°, 3° e 4°) dell’edificio degenze del Distretto sanitario Alto Isontino in viale Venezia Giulia 74. Il presidio sanitario cormonese ospita al 3° e 4° piano la casa di riposo comunale (il comodato d’uso gratuito scadrà nel 2024), mentre al 2°, entro la fine del 2015, saranno ricavati altri 34 posti letto per anziani non autosufficienti per l’ambito Alto Isontino. Fra Comune e Ass sono già intercorsi colloqui circa un’eventuale cessione a titolo gratuito dei tre piani, ma vi sono vari nodi da sciogliere.
Cormons studia un piano
Palazzo Locatelli non può farsi carico dei costi di manutenzione, né di interventi strutturali e confida che, nell’ottica sovracomunale dell’ampliamento della casa di riposo, Ass, Regione e gli altri municipi dell’Ambito siano disponibili a dare il loro contributo in futuro. “Prima di fare un simile passo, bisogna capire – dice il sindaco di Cormons, Luciano Patat – anche quali siano i progetti di Ass e Regione per il presidio sanitario di Cormons”. Per quanto riguarda l’ex ospedale civile di via Vittorio Veneto, nella lista dei beni disponibili figurano ora, oltre al corpo centrale, l’edificio ex infettivi, l’ex stabulario, l’ex alloggio delle suore, l’ex forno inceneritore, lo stabile adibito a cucina, lavanderia, magazzino, centrale termica, l’ex padiglione pneumologico. Nella rosa negletta, sempre a Gorizia, troviamo anche l’edificio di via Mazzini 7, lo stabile di via Brigata Cuneo 5 e l’obitorio di via Tuscolano con annesso parcheggio.