“Partiamo dal presupposto che nessun Paese, oggi, può dirsi immune dal rischio terrorismo”. È perentorio Arduino Paniccia, analista di strategia militare e di geopolitica, per molti anni docente all’Università di Trieste.
“Siamo stati tutti turbati dall’attentato di Dacca, ma è proprio l’area del Sud Est asiatico quella che potrebbe rivelarsi la più ‘calda’ nei prossimi mesi. È ovvio che la possibilità di essere attaccati è forte ovunque, compreso il Nord Africa. L’Italia finora ha messo in campo strutture di intelligence efficaci nel prevenire attentati nel nostro Paese L’attuale controffensiva dell’Isis denota una situazione di debolezza interna, perché il Califfato è sotto attacco da parte delle due coalizioni, quella occidentale e quella che fa capo alla Russia di Putin.
Ecco perché sono i Paesi asiatici con una forte presenza musulmana, come Indonesia, Filippine, Malaysia e persino Thailandia, quelli più a rischio. In questo l’Isis ripercorre le tappe della strategia di Al Queda, che colpì Bali nel 2002”.
La paura è per i numerosi italiani e friulani che si trovano in quelle zone per lavoro.
“È arrivato il momento che le aziende che inviano i propri dipendenti in quelle aree ‘calde’ comincino a preparare il proprio personale. Significa non mandare più nessuno allo sbaragalio, ma organizzare corsi per saper individuare, evitare ed eventualmente affrontare alcune situazioni”.
Le aziende non mandino i dipendenti allo sbaraglio
Arduino Paniccia: "Nessun Paese, oggi, può dirsi immune dal rischio terrorismo”
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