L’Italia continua a consumare di più, ma il Friuli Venezia Giulia, come gran parte il Nordest, chiude i cordoni della borsa. I dati dell’Istat diffusi nelle scorse settimane sui consumi delle famiglie nel 2015 hanno destato un cauto ottimismo. In generale, nel Belpaese la spesamensile è cesciuta i quasi mezzo punto percentuale. Bene, si è detto, si ricomincia spendere. Ma se guardiamo i dati più da vicino e stringiamo l’obiettivo sulla nostra regione, l’ottimismo si tramuta in pessimismo. Già, perché il budget medio mensile è diminuito di oltre un punto percentuale, ovvero di quasi una trentina di euro.
Se consideriamo tutte le regioni italiane, nella metà dei casi la spesa è salita, nell’altra metà e diminuita. Il Fvg è all’11° posto: è tra i territorii che hanno stretto la cinghia, ma – magra consolazione – è quello che ha ridotto di meno i consumi. Peggio di noi hanno fatto nell’ordine Liguria, Piemonte, Umbria, Lazio, Calabria, Trentino-Alto Adige, Veneto, Sardegna e Marche.
Quasi tutte le voci del paniere sono in calo. Si va dal meno 45 per cento delle manutenzioni straordinarie sulla casa (evidentemente i bonus fiscali hanno esaurito il proprio effetto) al meno 1,5 per cento degli affitti. In regione si è speso di meno per alimentari, vestiario, casa e istruzione.
Preoccupa soprattutto la flessione riguardante la salute: meno 9 per cento. Ciò significa che sempre più persone hanno deciso di tagliare le spese sanitarie, magari rinunciando a curarsi. Fanno eccezione gli alcolici i tabacchi, i mobili, i trasporti, la cultura e le spese per le vacanze e il ristorante.
“Certo che spendiamo di meno – si dirà – è dovuto alla discesa dei prezzi, ovvero alla deflazione”. In realtà, la diminuzione della spesa è in controtendenza con il dato inflattivo (si sborsa di meno anche se i prezzi scendono) o si risparmia più del calo del prezzi. E il freno ai consumi riguarda tutta la società, sia le classi più ricche, sia quelle più povere, come dimostra la spesa mediana (ovvero quella che taglia esattamente a metà la popolazione regionale), rimasta invariata.