Case costruite sulla sabbia ma progettate come se poggiassero sulla roccia. Come non pensare alla parabola del Vangelo mentre parliamo con Giancarlo Dal Moro, esperto di geofisica applicata e autore di un software per l’analisi dei dati utili alla classificazione sismica dei terreni, tra i più utilizzati a livello mondiale.
Nato a Portogruaro 44 anni fa e residente da molti anni in Friuli, a Palmanova, Dal Moro vanta un curriculum invidiabile, ma se n’è andato dall’Università nel 2009 sbattendo la porta, stufo dei “baroni – racconta – e dei loro raccomandati”.
“Faccio una premessa: sono cattivissimo” ci ha detto quando abbiamo cominciato a intervistarlo, ma la sua non è cattiveria, soltanto sdegno per come stanno andando le cose quando si parla di ricerca e di rispetto delle norme, anche nella nostra regione.
Lei si occupa di analisi dei terreni dal punto di vista della loro sismicità. Il Friuli pare sia il posto giusto.
“Il mio campo di lavoro è la geofisica applicata. La formazione di base è quella del geologo, ma si tratta di una specializzazione. In particolare, il mio campo d’azione è quello delle Norme tecniche per le costruzioni, normalmente conosciute con il nome di Legge antisismica, ma devo fare i conti con due grossi problemi. Il primo riguarda i geologi: dal punto di vista formale dovrebbero fornire le analisi del suolo, in base alle quali poi gli ingegneri calcolano le strutture degli edifici da costruire o ristrutturare. Il problema è che il geologo, molto spesso, non ha una sufficiente conoscenza delle metodologie geofisiche oggi purtroppo così di moda per la classificazione sismica del sito. In Friuli il 60-70 per cento dei terreni sui quali si è costruito sono stati classificati in maniera approsimativa o errata”.
C’è anche un altro problema, diceva…
“E’ più grave del precedente. Le norme della Legge antisismica sono molto complesse, ma vanno attuate. Peccato che il Friuli Venezia Giulia sia l’unica regione a non aver approvato le linee guida per l’applicazione di tale normativa. Inoltre, la micro zonazione sismica, che in un certo senso rappresenta una classificazione delle aree in chiave sismica, non è mai partita. E ciò, nonostante il nostro sia un territorio a forte rischio e abbia a disposizione due università e un ente di ricerca dedicato espressamente allo studio dei fenomeni sismici”.
Senza le linee guida cosa accade?
“Che si continua a costruire e a fare quello che si vuole. Il geologo va sul sito e in base alla sua esperienza lo classifica. Ma in Friuli si tende spesso ad assegnare tutti i terreni alla classe B. Molti terreni, invece, sono decisamente più complessi e potenzialmente pericolosi dal punto di vista sismico”.
Siamo nelle mani di Dio, insomma?
“Più o meno. Se sono costruttore, devo realizzare un edificio e il terreno è valutato come buono, posso usare meno ferro nel cemento e risparmiare. Il compito del geologo è verificare quanto il terreno amplifichi l’onda sisimica e poi l’ingegnere decide come realizzare la struttura Il sottile ricatto, mai dichiarato, è che il costruttore va dal professionista che tende a redigere una relazione più “morbida”. C’è una pesante o totale sottovalutazione del rischio favorita dal fatto che la normativa, è applicata solo parzialmente”.
Sta quindi dicendo che molti edifici nuovi sono insicuri?
“Molte costruzioni sono fuori norma dal punto di vista del decreto ministeriale, perché non sono state fatte le misure che la normativa imporrebbe”.
Le nostre case costruite sulla sabbia
Residente da molti anni in Friuli, ha abbandonato la carriera universitaria per dedicarsi interamente al suo progetto innovativo
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