I Sindaci di Lignano Sabbiadoro e Latisana, Luca Fanotto e Salvatore Benigno, hanno inviato in questi giorni una lettera all’assessore regionale alla salute Maria Sandra Telesca per ribadire ancora una volta le fortissime preoccupazioni in merito alla possibile chiusura del punto nascite dell’ospedale di Latisana. La lettera ripercorre le azioni intraprese finora dalle due amministrazioni che già nel 2012, in sede di Consiglio Comunale, hanno approvato un ordine del giorno a sostegno del punto nascite di Latisana con la chiara convinzione che la sua chiusura sia strategicamente sbagliata e profondamente iniqua e che determini un impoverimento di ulteriori offerte di servizi rientranti nella tutela costituzionale del diritto fondamentale alla salute.
Ribadito, inoltre, da parte di entrambi i primi cittadini l’assoluto disaccordo con le motivazioni addotte da parte degli specializzandi in pediatria, secondo i quali una consolidata letteratura scientifica internazionale definirebbe un aumento del rischio di mortalità materno-infantile per le gravidanze portate a termine nei punti nascita con un numero di parti inferiore a 500 per anno. Tale letteratura sarebbe, infatti, da sostenere ovvero confutare con uno studio ad hoc condotto nel punto nascite di Latisana stesso, attraverso un’analisi delle serie storiche che permetta di valutare quale sia stato il riscontro oggettivo all’interno dell’Ospedale di Latisana nel corso degli anni della mortalità materno-infantile indicata in letteratura internazionale.
Ciò che, invece, Fanotto e Benigno si chiedono è se non esistano altri studi che mettano invece in luce un rischio di mortalità materno-infantile legato non tanto o non solo al numero di parti l’anno, quanto anche ad altre variabili, ad esempio proprio la distanza fra il punto nascite e la residenza delle partorienti. Inevitabile l’aspetto turistico per ciò che riguarda Lignano Sabbiadoro: “Durante i mesi estivi, sottolinea Fanotto – l’assistenza sanitaria della pediatria e degli altri reparti dell’ospedale di Latisana viene offerta anche ai turisti i quali – ricordo – contribuiscono all’intera economia friulana. Ritengo che questo aspetto non possa essere trascurato, soprattutto in una prospettiva turistica che esula certamente dai confini della Bassa Friulana e coinvolge direttamente la Regione FVG nella sua interezza. Ci preme ricordare che l’attuale punto di Primo Soccorso non ha più le caratteristiche per affrontare adeguatamente le emergenze di un’intera stagione estiva, stagione che – vale la pena ricordare – conta oltre tre milioni di persone”.