A Gorizia, in pratica, basta la parola. Dici Giorgio Stabon e pensi subito, inevitabilmente, a Lucinico. Inteso come quartiere, come associazione, come comunità. Un sillogismo, questo, che probabilmente continuerà, anche se oggi dopo quasi 24 anni ininterrotti Stabon non è più la guida di Lucinico. A fine 2017, infatti, è scaduto il suo mandato da presidente dell’associazione ‘Lucinis’, e lui (classe 1932, ma una grinta invidiabile) ha scelto di non ricandidarsi nel nuovo direttivo che dovrà essere formato a breve, lasciando spazio a un ricambio generazionale.
L’avventura era cominciata nel 1994 da presidente di consiglio di quartiere
Una scelta comprensibile, ma al tempo stesso epocale per Lucinico, visto che dal lontano ’94 Stabon era stato prima presidente del Consiglio di quartiere e poi, dopo la sua abolizione, numero uno dell’associazione che ne aveva preso il posto ed ereditato i compiti. Neanche farlo apposta – e leggerlo come un segno del destino non sarebbe poi così azzardato – Stabon ha chiuso la sua lunghissima esperienza festeggiando il traguardo più ambito e a un certo punto simile all’irrealizzabile, ovvero l’inaugurazione di quella variante della statale 56 bis che era stata fin dal ’94 uno dei grandi obiettivi proprio del Consiglio circoscrizionale. “E’ stato un bel modo di finire, di certo – racconta Stabon -, una grande soddisfazione, soprattutto perché dopo tanti anni, tanti rinvii e occasioni mancate iniziavo davvero a credere che non avrei visto quell’opera realizzata. Invece ce l’ho fatta, nei miei ultimi giorni da presidente in carica. Sono convinto che cambierà in meglio il volto di Lucinico, liberando il borgo dal grande traffico nelle ore di punta”.
Eppure l’avventura di Stabon, che è autentico punto di riferimento per la comunità locale e per tutta la città, era iniziata quasi per caso. Dopo 40 anni nel direttivo dell’Unione ginnastica goriziana, una volta in pensione tentò l’avventura delle elezioni con il Partito Popolare. “E alla fine mi venne affidato il compito di presiedere il Consiglio circoscrizionale di Lucinico: da allora mi sono dedicato anima e corpo al paese”, dice.
Tanti i risultati ottenuti in anni di battaglie. Dalla conferma e la valorizzazione della scuola Perco (divenuta poi istituto comprensivo a servizio anche dei paesi circostanti), alla già citata 56bis, dai gemellaggi con la tedesca Ortenberg e l’austriaca Altlichtenwarth all’opposizione all’arrivo del Cpt nell’ex caserma ‘Pecorari’. Un nodo aperto, tra gli altri, resta invece quello della gestione e del mantenimento del centro civico, il cuore dell’attività dell’associazione ‘Lucinis’. “Ma sono convinto – conclude Stabon – anche che servano risorse e soprattutto, per l’associazione, un riconoscimento e un ruolo istituzionale. La sfida in futuro sarà quella di mantenere le tradizioni e l’identità del borgo. Se la gente è dispiaciuta del fatto che lascio il mio ruolo vuol dire che ho lavorato bene, e mi fa piacere: ho sempre cercato di aggregare le varie componenti di Lucinico, e per il futuro auguro a chi verrà di poter fare altrettanto”.