“Un grande uomo di cultura della nostra diocesi. Uno dei tanti uomini di chiesa che nel ‘900 ci ha aiutato a non dimenticare le nostre radici e i nostri valori, a non dimenticare quello che vuol dire essere popolo friulano con la sua cultura e con le sue specificità”. Con queste parole il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini ha accompagnato oggi, lunedì 11 luglio, la consegna della medaglia istituzionale a mons. Gian Carlo Menis, direttore emerito dei Musei diocesani e Gallerie del Tiepolo. Una cerimonia molto sentita e partecipata per rendere omaggio a una figura di sacerdote, insegnante, storico e archeologo di primo piano per il pluriennale impegno nella tutela del patrimonio artistico del Friuli e per la valorizzazione della storia del popolo friulano. L’importante opera è stata evidenziata dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato che ha ricordato come la straordinaria attività di mons. Menis si sia concretizzata grazie a due spinte: l’essere sacerdote e l’essere friulano. “Le due dimensioni – ha detto l’arcivescovo – si sono fuse in mons. Menis come in altri grandi sacerdoti che hanno coniugato l’attività pastorale con l’amore per questa terra e la sua storia. La cerimonia per mons. Menis è un atto nei confronti del contributo dato dalla Chiesa allo sviluppo e alla crescita della terra e del popolo friulano”.
Mons. Menis ha ringraziato il presidente Fontanini rilevando come sono stati in tanti ad aver lavorato per tenere alta la tradizione della Piccola Patria e che tra i suoi lavori, quello più importante, è stato la “Storia del Friuli dalle origini alla fine dello stato patriarcale”. “Sono tanti i friulani che hanno il sapore della loro patria. Perché il Friuli è una vera patria: magari piccola come territorio ma molto antica nella sua anima – ha detto -. Una patria che qualche politico cerca di far dimenticare. Tutti si ricordano ancora le battaglie del 1945 per riconoscere il Friuli come regione autonoma”. Se il merito principale va alla sua gente che ha sentito nei secoli la propria autonomia culturale raccogliendo elementi dalle culture circostanti ma soprattutto attraverso la lingua parlata ogni giorno, Menis ha ricordato come “la realizzazione di questo sogno fu dei Patriarchi. Con la creazione dello Stato patriarcale portarono al massimo sviluppo l’identità politica della regione. I patriarchi erano per la maggior parte stranieri ma la composizione politica dello Stato era tutta friulana. Così per quattro secoli – dal 1077 al 1445 – i friulani hanno potuto vivere come popolo indipendente. 26 su 75 patriarchi furono oltre che capi religiosi anche politici della nostra terra. La “Costituzion de Patrie dael Friûli” pubblicata dal patriarca Marquardo fu valida anche sotto il dominio veneto”. “È importante – si è raccomandato – che il popolo friulano di oggi non perda la coscienza della sua autonomia culturale”. “Udin al è la “Aquileja Nova” ha detto citando il patriarca Nicolò di Lussemburgo, concludendo con un’esortazione “Ch’al vivi il Friûl! cun Udin come capitâl e il cjistiel come sede dal Patriarcje e dal guvier nazional”.
Presente anche una rappresentanza della comunità di Buja, paese di origine di mons. Menis. Il sindaco Stefano Bergagna lo ha ringraziato per aver scritto il libro sulla storia di Buia, pubblicazione a cui il sacerdote ma anche tutta la popolazione tiene in particolar modo. Ringraziamenti anche da parte della Fondazione Crup di cui Menis è componente dell’organo di indirizzo per i significativi meriti. “Siamo particolarmente grati per sua opera, alla nostra compagine dà molto” ha detto il presidente Lionello D’Agostini.
Al professor Giuseppe Bergamini, suo successore alla guida del Museo diocesano, il compito di tracciare la biografia ricca di pubblicazioni, incarichi e attività. Bergamini ha ricordato in particolare: la mostra “Miniatura in Friuli” organizzata congiuntamente nel 1972 nella quale sono stati valorizzati 50 preziosissimi codici (X-XVI secolo) conservati in alcuni centri del Friuli, un patrimonio di eccezionale livello; l’incarico di direttore al Centro di catalogazione di Villa Manin di Passariano fondamentale nel post terremoto per il recupero dalle macerie delle opere mobili (ben 4000 tra sculture, pitture, opere devozionali raccolte nella chiesa di San Francesco, schedate, fotografate e studiate per essere poi restituite alle parrocchie) e la mostra itinerante per raccogliere fondi da destinare alla salvaguardia delle opere d’arte. Ha ricordato, inoltre, la rinuncia di Menis nel 1995 alla direzione dei Musei vaticani. “Sceglie di rimanere in Friuli dove inaugura con l’arcivescovo Battisti il rinnovato Museo diocesano”, ha concluso Bergamini.
Biografia Mons. Gian Carlo Menis
Il prof. dott. mons. Gian Carlo Menis è un sacerdote, intellettuale, archeologo e storico d’arte.
Nato a Buja (UD) il 10 dicembre 1927 ed è stato ordinato sacerdote l’8 luglio 1951.
Ha frequentato la Scuola di Teologia di Udine e poi il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana in Roma, laureandosi nel 1956 con una tesi su “La Basilica paleocristiana nelle diocesi settentrionali della metropoli d’Aquileia”, pubblicata nel 1957 dallo stesso istituto pontificio.
È stato docente di Storia della Chiesa e Patrologia al Seminario di Udine. Fondò negli anni cinquanta il Museo Diocesano di Arte Sacra, di cui fu direttore dal 1963 al 2010, che poi divenne Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo con sede nel Palazzo Patriarcale di Udine.
È stato membro della Commissione dell’Arte Sacra Universale a Roma nella Città del Vaticano. Fu direttore per vent’anni del Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni culturali istituito nel 1971 con sede a Villa Manin di Passariano (UD), e fondò nel 1977, subito dopo il terremoto che colpì il Friuli, la Scuola regionale di conservazione e restauro dei Beni Culturali presso lo stesso Centro.
Venne proposto a Direttore dei Musei Vaticani, carica a cui rinunciò per dedicarsi al suo Friuli e in particolare al Museo Diocesano da lui fondato.
Fu anche membro di una Commissione Ministeriale per le Opere d’Arte. Membro della “Deputazione di Storia Patria per il Friuli”, della quale fu anche Presidente, e della “Deputazione di Storia Patria per le Venezie”.
Ha diretto la rivista “Memorie Storiche Forogiuliensi” ed ha tenuto conferenze in Messico, a Malta, a Roma. Conta al suo attivo quasi trecento pubblicazioni tra opere letterarie e di saggistica, di cui si ricorda in particolare la “Storia del Friuli”, opera che può vantare 11 edizioni e la più recente “Il Friuli e i Patriarchi di Aquileia” del 2011 (sostenuto da Provincia di Udine e Fondazione Crup) in cui lo studioso ripercorre la storia del Patriarcato attraverso le gesta di 75 protagonisti che si avvicendarono alla guida nel corso di 12 secoli nelle diverse sedi. Un libro che corona il grande lavoro svolto in 50 anni da Menis per dare ai friulani la fierezza di appartenere a un glorioso popolo.
Molti i riconoscimenti ricevuti. Da menzionare la laurea “honoris causa” conferitagli nel 1996 dall’Università degli Studi di Udine in Conservazione dei Beni Culturali.
Attualmente è Direttore emerito del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo.