“Metti una bomba a Rialto e guadagni il paradiso”. E’ una delle intercettazioni dei quattro jihadisti kosovari, fermati nella notte a Venezia. La cellula terroristica – tre uomini e un minorenne, tutti regolari in Italia – si era ‘auto-addestrata’ per compiere attentati, attraverso esercizi fisici e ‘studiando’ i video dei fondamentalisti dell’Isis.
Ulteriori dettagli sull’operazione che ha portato al loro arresto, nel cuore della notte, da parte dei Carabinieri e della Polizia, sono stati svelati dal Procuratore reggente di Venezia, Adelchi D’Ippolito. Le indagini hanno permesso di scoprire la rete di contatti che il gruppo aveva creato e il fatto che i kosovari avessero anche simulato attacchi con esplosivi fatti in casa.
Al blitz, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, hanno partecipato anche il personale della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, unità cinofile dei Carabinieri, il nucleo Artificieri della Questura di Venezia, personale della Polizia scientifica, i reparti speciali di Polizia e Carabinieri.
Oltre agli arresti, sono state eseguite anche 12 perquisizioni: dieci nel centro di Venezia, una a Mestre e una a Treviso.