Da anni l’Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo certifica che gli studenti friulani sono tra i più bravi in Italia. I test Invalsi, svolti ogni anno, dimostrano che i ragazzi della nostra regione hanno i punteggi maggiori, in particolare in matematica. Questo ci pone per altro anche nell’alto della classifica europea.
Eppure, i dati sui voti di diploma nell’ultimo anno scolastico appena pubblicati dal Miur sembrano dire il contrario. Infatti, il numero di 100 e lode assegnati in Friuli Venezia Giulia è il più basso d’Italia. Il massimo dei voti rappresenta lo 0,5 per cento dei diplomi, mentre la regione con il rapporto più alto, 2,6 ogni cento, è la Puglia. Anche per i 100 siamo messi male, con appena 3,7 diplomati ogni cento. Peggio hanno fatto soltanto gli studenti lombardi, mentre in cima alla classifica si piazzano in calabresi.
Come vanno interpretate quindi queste statistiche che alla fine dicono l’esatto contrario?
È il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Pietro Biasiol a fare chiarezza. E lo fa senza giri di parole.
“I dati sulla lode al diploma fotografano una tradizione storica di valutazione più permissiva in zone geografiche ben lontane dalla nostra – dichiara Biasiol – purtroppo è una falla del sistema che non dipende dalle norme, ma da commissioni d’esame che favoriscono in maniera poco trasparente alcune fasce di studenti. Sui risultati dei test Invalsi invece – conclude il dirigente – sono pronto a mettere la mano sul fuoco”.
Questa forma di discriminazione ha conseguenze concrete per gli studenti friulani. Non solo penalizzandoli in tutti i concorsi pubblici in cui pesa il voto del diploma, ma limitando anche le esenzioni nel pagamento delle tasse universitarie.