Continuano le indagini sulla morte di Silvia Gobbato, assassinata ieri poco dopo le 13 a Udine, lungo l’ippovia attigua al parco del Cormor.
Ancora ignoto è il movente del delitto. Gli investigatori stanno scandagliando la vita privata della ragazza, in cerca di qualche elemento che possa fare luce sul delitto e portare all’assassino.
Avvocato tra meno di un mese
Silvia, però, conduceva una vita tranquilla, lavorava da oltre tre anni nello studio legale Ortis, a Udine, e aveva da poco superato la prova scritta per l’abilitazione professionale. Tra poche settimane avrebbe dovuto sostenere la prova orale.
Ex fidanzato interrogato
La vita sentimentale della ragazza è anch’essa al vaglio degli investigatori. Dopo una relazione durata qualche anno, la vittima era tornata single qualche mese fa, ma fin’ora non sono emersi elementi che facciano emergere una situazione problematica legata alla fine del rapporto.
Ha lottato per difendersi
Silvia Gobbato è stata aggredita da qualcuno che l’ha colpita con l’intenzione di ucciderla. Dodici colpi inferti con violenza e decisione, all’addome, sul dorso, sotto le ascelle e sulle mani. Quest’ultimo dettaglio fa propendere per un disperato tentativo di difesa della ragazza.
Gli elementi investigativi raccolti fin’ora sono frutto di una prima ispezione cadaverica effettuata dal medico legale Moreschi, giunto sul luogo del delitto subito dopo l’allarme. L’autopsia sul corpo della vittima sarà eseguita con tutta probabilità domani.
I dubbi
Il quadro generale è piuttosto chiaro, ma sono tanti i dubbi che emergono in queste ore. Possibile che nessuno abbia visto nulla? Il sentiero, seppur sterrato, è meta di sportivi, in particolare nelle ore centrali della giornata e nella “pausa pranzo”.
Possibile che l’assassino abbia agito senza che nessuno si accorgesse dell’aggressione? Il sentiero, che si sviluppa da Plaino, subito dopo il sottopasso autostradale, e porta fino a Buja, è una lunga strada sterrata che corre in mezzo ai campi. Il mais, ormai alto, potrebbe aver nascosto l’assassino prima e anche dopo il delitto, permettendogli di fuggire indisturbato tra i campi e senza essere notato.
Silvia Gobbato è stata aggredita e nel tentativo di difendersi avrà anche certamente gridato. Nessuno ha sentito nulla?
Perchè nascondere il cadavere nell’erba e lasciare il cellulare a terra e le tracce di sangue visibili lungo il sentiero?
Il delitto, con tutta probabilità, è stato commesso in una manciata di minuti. Possibile che l’assassino sia riuscito a dileguarsi senza essere notato?
Tutte domande, per ora, ancora senza risposta.
Arma del delitto
Ancora non c’è traccia dell’arma del delitto e, come confermato dal capo della Procura di Udine, Antonio Biancardi, ciò rende le indagini più difficili. Il lavoro dei carabinieri prosegue incessante, ma per ora il grosso coltello che potrebbe essere stato utilizzato per uccidere la ragazza, non è stato ritrovato. E proprio sull’arma si concentrano gli investigatori. Se venisse ritrovata e l’autopsia sul corpo della giovane donna, in programma a Udine domani, confermasse che si è trattato effettivamente di un grosso coltello, potrebbe aprirsi nuovi scenari. Se l’assassino ha effettivamente utilizzato un coltello di grosse dimensioni, da cucina, e quindi non un arma improvvisata o un temperino, si potrebbe confermare la premeditazione del delitto.