“Posso essere entrato in contatto fisico con qualche studente, ma solo fortuitamente e per motivi didattici”. Si è difeso così l’ex insegnante dello Stringher, accusato di violenza sessuale e molestie nei confronti di undici ragazze tra il 2017 e il 2018. L’uomo, in Tribunale a Udine, ha negato fermamente di aver palpeggiato, toccato nelle parti intime le sue studentesse o di aver fatto apprezzamenti nei loro confronti.
“Vista la natura tecnico-pratica della materia di laboratorio da me insegnata – ha raccontato rispondendo alle domande del pm Elena Torresin – il contatto fisico diventa quasi automatico. Specie nelle prime due classi – ha continuato – succede che l’insegnante debba aggiustare il nodo di una cravatta, sistemare una camicia, un bottone, allacciare un grembiule o controllare la cura delle mani”. Le ragazze avrebbero quindi frainteso il significato di questi contatti, così come quello degli atteggiamenti d’incoraggiamento e di ascolto loro rivolti.
“Inizialmente – ha proseguito – non mi ero preoccupato. Poi il 30 novembre 2018, quando ho ricevuto i provvedimenti giudiziari della Procura, il mondo mi è crollato addosso. Non feci ricorso contro la sospensione – ha concluso – perché ero deluso da una scuola che non mi saputo difendere”.
L’esame dell’imputato proseguirà nella prossima udienza.