Si è conclusa con altri dieci indagati l’operazione Pandora della Polizia di Stato che, nel 2015, aveva consentito di deferire all’Autorità giudiziaria oltre 200 stranieri che avevano indebitamente avviato procedure di ricongiungimento familiare attraverso l’esibizione di documenti alterati.
L’attività investigativa era iniziata nel 2014: la Squadra mobile della Questura di Gorizia si era concentrata su cittadini somali, già presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno (per asilo politico o protezione sussidiaria), che avevano avviato le procedure per l’acquisizione della residenza a Monfalcone, al solo scopo di richiedere il ricongiungimento familiare.
L’invio telematico della documentazione alterata avveniva con la mediazione della titolare di un’agenzia d’affari e disbrigo pratiche amministrative di via 9 giugno a Monfalcone (ora chiusa), denunciata per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e false attestazioni.
Le complesse indagini, sviluppate in stretta collaborazione con l’Agenzia delle entrate e l’Inps, si sono poi estese anche nei confronti di centinaia di cittadini del Bangladesh residenti a Monfalcone che, nel 2013 e 2014, avevano avviato procedure telematiche, appoggiandosi alla medesima agenzia d’affari, per la richiesta di assegni familiari e detrazione d’imposta per familiari a carico di lavoratori dipendenti. Gli stranieri erano stati deferiti all’autorità giudiziaria per truffa aggravata perché avevano indebitamente chiesto, e ottenuto, le erogazioni per familiari a carico mai entrati in Italia.