Il Vicepresidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, ha presentato un’interrogazione a risposta immediata all’assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, con cui ha rappresentato i timori della comunità regionale a seguito dei numerosi incidenti occorsi alla centrale nucleare slovena di Krško, che dista solo 139 chilometri da Trieste e 146 chilometri da Gorizia.
Tra i molteplici incidenti l’ultimo a noi noto è quello dello scorso 11 ottobre, che la Slovenia ha cercato di minimizzare, in cui sono stati rilevati inquietanti danni di natura meccanica ad alcune ‘barre di carburante’ nucleare contenute in tre elementi di combustibile del reattore. Incidente che John H. Large, fra i massimi esperti mondiali di tecnologia nucleare, considera ‘problema molto serio’.
Questo, peraltro, segue altri che hanno generato legittima apprensione nell’opinione pubblica: nel marzo 2011 ‘anomalie nel sistema’ che hanno determinato il blocco automatico della centrale; il 4 giugno 2008 una perdita nel sistema di refrigerazione primario del reattore ha fatto scattare un allarme internazionale ed attivare la procedura di spegnimento dell’impianto; nel 2007 la centrale venne isolata e chiusa per un mese per interventi urgenti e non verrà comunicato mai, come sarebbe da procedura, in sede europea le precise motivazioni; nel 2005 il reattore è stato arrestato per problemi al sistema di contenimento di una ventola per il trattamento dei vapori, ecc.
“La Slovenia – ha affermato Ziberna – ha cercato di sopire le proteste esponendo un piano che prevede di demolire la centrale nel 2023, ma queste intenzioni, però, vanno in contrasto con la recente pubblicazione dell’ente governativo per l’energia nucleare slovena che prevede entro il 2017 il raddoppio della centrale e possibili accordi con partner internazionali per la vendita di energia. Preoccupa anche lo studio dell’Istituto francese sulla sicurezza nucleare, commissionato e subito secretato proprio dalla società che gestisce la centrale, in funzione del progetto di raddoppio della medesima, che avrebbe evidenziato, secondo fonti della stampa, un elevato rischio sismico nella zona di Krško, perciò con parere contrario all’insediamento di una nuova centrale adiacente”.
“Ecco la ragione per cui – ha spiegato Ziberna – ho interrogato la giunta regionale per sapere se intende pretendere una presenza qualificata di esperti italiani in grado di valutare il grado di rischio della centrale, prima che accadano incidenti capaci di generare elevati rischi per la nostra comunità”. L’assessore Vito ha assicurato che in questo contesto, sia nelle relazioni transfrontaliere tra la Regione e la Repubblica di Slovenia, sia nelle relazioni internazionali tra lo Stato italiano e la Repubblica di Slovenia, la Regione si farà parte diligente per ottenere, attraverso il monitoraggio di dati controllati da esperti qualificati, le più ampie garanzie per il corretto funzionamento della centrale.
L’assessore ha, inoltre, comunicato che la Regione non intende partecipare a progetti di ampliamento e ammodernamento della centrale di Krško per approvvigionare il Fvg, puntando sulla razionalizzazione e sulle fonti rinnovabili ed ha rammentato l’opera di monitoraggio del territorio svolta dall’Arpa.