La crisi e i tagli continui stanno accelerando lo spopolamento in montagna. La diminuzione costante dei trasferimenti agli enti locali e l’arretramento dei servizi in aree notoriamente molto sensibili quali appunto quelle montane stanno avendo effetti devastanti sull’assetto demografico dei Comuni montani. I dati resi noti dalla Cisl Alto Friuli sono in tal senso evidenti e dimostrano che solo l’arrivo di immigrati ha reso in alcuni casi meno repentino il fenomeno.
Ci sono Comuni come Rigolato o Ligosullo che hanno perso in dieci anni il 37 per cento dei residenti, mentre Dogna segna un meno 35,5 per cento. L’Alto Friuli fra il 1991 e il 2012 la popolazione totale è passata da 144.949 unità a 138.776 abitanti, perdendo in termini assoluti 6.173 abitanti, pari al 4,3 per cento della popolazione. I Comuni più numerosi inclusi nel comprensorio Cisl Alto Friuli che aggrega Carnia, Tarvisiano, Gemonese, Tarcentino e Sandanielese, cioè Gemona del Friuli e Tolmezzo, in oltre vent’anni hanno perso rispettivamente il 2,1 e lo 0,5 per cento, nulla rispetto all’emorragia che diventa sempre più grave man mano che ci si allontana dalla pianura e dal fondovalle. I Comuni in controtendenza, sono 16 sui 63 totali: tra questi, incrementa la propria popolazione Moruzzo, che fa registrare sempre nell’arco 1991-2012 un aumento del 14,6 per cento, Amaro (più 11,7 per cento) e, a pari-merito, San Daniele del Friuli e Osoppo, entrambi con più 9,7 per cento, ma il motivo di questa crescita è evidente ed è legata alle opportunità di lavoro oltre che ai servizi.
Lo studio esce in contemporanea con gli esiti definiti drammatici della finanziaria regionale, che ha visto la scomparsa dal bilancio del Friuli Venezia Giulia delle risorse economiche per la montagna, passate da 6,3 milioni del 2013 agli 840 mila del 2014. “I dati aggiornati sull’andamento demografico del comprensorio – afferma il segretario generale del sindacato Franco Colautti -sono punto imprescindibile per segnare lo stato di salute di un territorio e termometro del benessere”. I tagli subiti dalla montagna si sommano a quelli effettuati nella sanità, negli enti locali e a cascata di quelli provinciali. “A gran voce chiediamo alla presidente Serracchiani – che detiene la delega alla montagna, cosa da noi valutata come un segno importante di attenzione a queste terre – di farsi carico della situazione per evitare che i cittadini pensino che l’unica soluzione sia quella di abbassare definitivamente le saracinesche”.
I dati relativi agli stranieri, invece, non coprono lo stesso arco temporale, ma si concentrano nell’arco 2006-2012: avulso da questi ragionamenti è il solo Comune di Ligosullo, mai stato toccato da flussi migratori, mentre all’opposto sono i comuni maggiori (Gemona del Friuli e Tolmezzo) che fanno registrare un aumento notevole di presenza straniera: se Gemona nell’arco temporale succitato praticamente ha un incremento di quasi il 50 per cento (da 343 a 514, con una live flessione nel 2010 e nel 2011), Tolmezzo passa sa 134 a 259 unità, con un trend negli anni quasi sempre in crescita e facendo registrare un raddoppio di presenze ( più 93,3 per cento).
In termini assoluti, i comuni che fanno registrare una presenza di immigrati stranieri oltre le 500 unità sono San Daniele del Friuli (614), Tarcento (567) e Gemona del Friuli (514).