Proseguono le indagini per fare chiarezza sulla morte di Vakhtang Enukidze, il 38enne georgiano ospite all’interno del Cpr di Gradisca d’Isonzo, deceduto sabato nel tardo pomeriggio all’ospedale di Gorizia.
L’autopsia sul corpo dell’uomo è stata disposta per mercoledì mattina; l’incarico è stato affidato all’anatomopatologo Carlo Moreschi, che eseguirà gli esami tossicologici e istologici. Ci vorranno circa due mesi poi per poter avere i risultati.
Gli inquirenti sperano di poter far più luce su quanto accaduto, una volta chiarita la causa del decesso. Sicuramente dati importanti arriveranno dalle oltre duecento telecamere del Centro per i rimpatri, dalle cartelle cliniche del 38enne e dalle numerose testimonianze raccolte tra gli ospiti della struttura, ascoltati ieri anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma.
La Procura di Gorizia ha aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti. A quanto emerso finore, il periodo al Cpr di Gradisca del georgiano non è stato affatto semplice. Secondo quanto riferito dall’interno della struttura, l’uomo e il suo compagno di cella stavano cercando di rompere una divisione in plexiglass, per trasformarla in un oggetto contundente.
All’invito delle forze dell’ordine di disfarsene, il compagno aveva subito ubbidito, ma questo aveva fatto scaturire l’ira del georgiano, che gli si era scagliato contro. Da lì l’intervento degli agenti per sedare la colluttazione e il suo trasferimento in carcere, dove il 38enne si è presentato con alcuni lividi. Giovedì, rientrato al Cpr, era stato visitato nell’infermeria, dove erano stati refertati un occhio nero e alcuni lividi, ma parametri vitali regolari.
Resta insomma da chiarire come mai l’uomo si sia sentito male il giorno dopo, nella notte tra venerdì e sabato, tanto da morire nel pomeriggio di sabato.