I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine hanno consegnato alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg un consistente numero di manufatti archeologici recentemente sequestrato a Mortegliano.
L’assegnazione, a seguito di confisca, è avvenuta nel Municipio di Mortegliano, alla presenza del Sindaco Roberto Zuliani, da parte del Comandante del Nucleo Tpc Lorenzo Pella, alla funzionaria archeologa competente per territorio, Serena Di Tonto.
I pregiati manufatti, prevalentemente rappresentati da materiale in metallo come falcetti, frammenti di asce, punte di lancia e numerose panelle, ma anche da una olla composta da frammenti incollati a una struttura metallica di recente fattura, che risalgono a epoca protostorica, erano stati rinvenuti, a dicembre 2020, nei pressi dell’eco-piazzola del comune da un dipendente che aveva notato sei cassette di plastica piene zeppe del materiale e la struttura a rete contenente frammenti in terracotta. Del ritrovamento, che aveva destato grande stupore e curiosità, erano stati immediatamente informati i Carabinieri.
I militari hanno subito constatato l’evidente natura archeologica del materiale, sequestrato e custodito nei locali del Municipio a disposizione della Procura della Repubblica di Udine. I successivi accertamenti di natura tecnica effettuati dai funzionari della Soprintendenza hanno permesso di appurare che si trattava di reperti parte di un insieme omogeneo riconducibile al periodo tra il Bronzo Recente e il Bronzo Finale.
Vista la tipologia e la presenza di oggetti di metallo e di panelle di metallo grezzo, si potrebbe supporre che i materiali appartenessero a uno o più ripostigli/depositi di riserve di metallo da fondere o commercializzare. Durante l’età del Bronzo in tutta l’area dell’Italia centro settentrionale e orientale la pratica di deporre insieme gruppi di più manufatti metallici è nota. Consuetudine molto diffusa nel territorio regionale tra le Valli del Natisone e il Tagliamento e nella pianura tra Castions di Strada, Lestizza, Porpetto, Pozzuolo del Friuli e Cervignano del Friuli.
I Carabinieri del TPC inquadrano il rinvenimento del materiale archeologico nella volontà da parte del proprietario di disfarsene senza dare nell’occhio. Accade spesso, soprattutto nella Bassa Friulana, che all’interno di abitazioni private vengano conservati reperti archeologici rinvenuti fortuitamente nel tempo o frutto di veri e propri scavi clandestini databili anche a molti decenni orsono.
E’ molto importante che la meritoria volontà di restituirli allo Stato non sia accompagnata dal timore di patire improbabili conseguenze di legge visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, il rinvenimento domestico viene effettuato dai figli/nipoti dell’illecito detentore in seguito al suo decesso.
La condotta collaborativa di chi attiva le autorità preposte (Carabinieri, Sindaco, Soprintendente) nelle modalità previste, è fondamentale per cercare di contestualizzare quanto più dettagliatamente possibile il rinvenimento e consentire agli specialisti di effettuare uno studio più dettagliato. Da non sottovalutare anche la possibilità di ricevere un “premio” da parte del Ministero della Cultura nel caso la denuncia del ritrovamento venga effettuata nei tempi dettati dalla legge.
Al termine dell’iter processuale, il Giudice per le Indagini Preliminari di Udine ha disposto l’affidamento alla Soprintendenza che provvederà al restauro, alla conservazione e alla successiva valorizzazione di questi pregevolissimi beni culturali in collaborazione con il Comune di Mortegliano.