E’ morto ieri sera a Roma nella sua abitazione, per un’insufficienza respiratoria, il regista friulano Damiano Damiani.
Nato a Pasiano di Pordenone il 23 luglio 1922, fin dal Dopoguerra si era dedicato al cinema. Non lavorava più da dieci anni, ma i suoi film rimangono come esempio di impegno e passione civile.
Segnalatosi nel 1960-62 con la trilogia psicologica ‘Il rossetto’, ‘Il sicario’ e ‘L’isola di Arturo’ (tratto dall’omonimo romanzo di Elsa Morante), fu poi esponente del filone politico-civile con ‘Quien sabe?’ (1967), ‘Il giorno della civetta’ (1968), tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, ‘Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica’ (1971), forse il suo esito migliore, ‘L’istruttoria è chiusa: dimentichi’ (1972), ‘Perché si uccide un magistrato’ (1974), ‘Io ho paura’ (1977), ‘L’avvertimento’ (1980), ‘Amityville Possession’ (1982), ‘Pizza Connection’ (1985), ‘L’inchiesta’ (1987), ‘Il sole buio’ (1989), ‘L’angelo con la pistola’ (1992). Per la televisione ha diretto, tra l’altro, gli sceneggiati ‘La piovra’ (1984), che l’hanno reso celebre in tutto il mondo.
Tra i ricordi più affettuosi c’è proprio quello del protagonista della serie Michele Placido, che ha commentato: “Gli devo tutto. Non sarei diventato quello che sono adesso senza di lui. E’ stato il regista che mi ha formato più di tutti, mi ha fatto amare il cinema americano più di quanto lo amassi, è stato per me una grande scuola, un maestro vero”.
Il cordoglio di Cinemazero
Un ”pittore geometrico, carnoso, amante degli spazi ampi come nei suoi film e un regista serio e rigoroso, compagno di strada di Comencini, Lattuada e Olmi”, ”amato da Zavattini e da Fellini”, protagonista di ”una stagione di impegno civile, cui si dovrebbe guardare come a un modello, e uomo generoso”.
Cinemazero di Pordenone definisce Damiani ”uno dei talenti piu’ecclettici che la regione Fvg abbia regalato al mondo del cinema”, con una ”concezione del cinema come strumento di solida e concreta aderenza alla realta’ sociale”.
Damiani vinse nel 2004 del Premio San Marco dall’ Accademia San Marco di Pordenone.
8 marzo 2013