Si è spento questa mattina, a 83 anni, nella sua Trieste, Franco Perco. Faunista o ‘zoologo progettista’, come amava definirsi, era stato un pioniere della gestione della fauna selvatica in Italia, soprattutto nel campo della caccia e del controllo selettivo.
Impegnato nell’istituzione di varie riserve di caccia e aree protette, nella reintroduzione dello stambecco, del camoscio, del capriolo e del cervo, era uno dei massimi esperti italiani degli ungulati, ai quali aveva dedicato anche numerose pubblicazioni. Determinante fu la sua esperienza nel Parco nazionale d’Abruzzo, come responsabile della reintroduzione dei cervi e dei caprioli.
Classe 1939, laureato in Legge e Scienze Naturali, era stato per 14 anni direttore dell’Osservatorio Faunistico di Pordenone e per quasi sei anni del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, fino al 2016.
Socio fondatore del Wwf del Friuli Venezia Giulia, aveva lavorato soprattutto nel campo della comunicazione faunistica, della progettazione e gestione di aree protette e venatorie, nonché in quello della gestione di specie di mammiferi particolarmente impattanti nei confronti della società. Era stato estensore di molte carte faunistiche e di progetti di valutazione d’impatto ambientale.
Era stato socio fondatore e primo presidente dell’Associazione Italiana per la Gestione Faunistica, della quale era presidente onorario. Dal 2016, era presidente di RiVa – Rinascita Venatoria e Ambientale.
Tanti i messaggi di cordoglio, da tutta Italia, per questa figura di naturalista appassionato e competente, docente e scrittore, considerato una ‘pietra miliare’ nel settore faunistico.