I residenti di via Rotate, e di alcune strade limitrofe nella zona di viale Grigoletti, sono pronti a tutto pur di impedire che al civico 10 venga aperta la mensa-dormitorio che ha in programma di realizzare la Croce Rossa. L’associazione di volontari pordenonese ha individuato l’ex albergo-trattoria per accogliere i senzatetto, stranieri e non, ai quali già da mesi sta fornendo i pasti. Nella gran parte dei casi, si tratta di immigrati che sono in attesa di entrare all’hub allestito all’ex caserma Monti (o dalla quale sono usciti, per motivi disciplinari o con il permesso di soggiorno in mano). Insomma, la Croce Rossa, nello spirito della sua mission, ha deciso di dire basta alla gente che dorme in parchi e fossi. Iniziativa lodevole, rimarcano i residenti, che però non accettano che venga fatta in quell’area della città.
Faccia a faccia tra chi è a favore e chi è contro l’iniziativa
Martedì 25 luglio, la Cri li ha incontrati spiegando le ragioni del progetto. “La struttura, che ha già una destinazione d’uso consona, ci permette di fornire la cena a 50 persone e di ospitarne a dormire 24 – ha fatto sapere il presidente della Croce Rossa, Giovanni Antonaglia -. Sarà nostra cura stilare un regolamento, fare in modo che chi arriva si comporti bene e non bivacchi nel vicino parco giochi”.
Ma chi abita lì, o almeno la maggior parte di loro, non vuole sentire ragioni. “Non è possibile che sia già stato tutto deciso, con tanto di contratto d’affitto, prima di interpellarci”, hanno ribadito ad Antonaglia. “Quello diventerà un luogo di richiamo per altri profughi. Perché farlo a Pordenone e non in un altro Comune? Perché proprio via Rotate? Chi garantirà sicurezza a bambini, donne, anziani che voglio passeggiare liberamente vicino casa loro?”. La Cri ha spiegato che “Pordenone è strategico perché lì ci sono coloro che attendono di entrare all’ex Monti, che quell’immobile è stato scelto perché già ad uso ristornate-albergo e che nei tanti mesi di aiuto ai migranti non c’è mai stato un caso di violenza”.
I residenti scuotono la testa. “Questo quartiere è stato scelto già in passato per ospitare i ‘Ragazzi della panchina’ che avevano problemi di alcolismo e tossicodipendenza, nella vicina via Selvatico, e l’immobile in questione ha già visto la presenza di migranti, in passato, costringendo tutta la via a non usare il parco giochi, diventato di loro ‘proprietà’, e diffondendo un senso di insicurezza. Ora che potevamo riappropriarci del parco, ecco il nuovo spettro”, tuonano alcuni abitanti della strada che si dicono pronti a tutto. “Sappiamo che il sindaco Alessandro Ciriani è contro il progetto e farà il possibile per non farlo partire. In ogni caso noi non staremo a guardare: raccolta firme, manifestazioni (una è già andata in scena il 21 luglio ad opera della Lega Nord, ndr), barricate. Non accettiamo questa cosa”, spiega chi ci avvicina sulla via pur volendo restare anonimo.
La mensa potrebbe aprire subito, mentre per i posti letto servono alcuni lavori
“Senza contare il possibile danno economico: c’è chi ha appena costruito una casa, indebitandosi, e non la venderà. Chi si è trasferito in zona da poco, chi ha locali che non riuscirà ad affittare”.
Antonaglia ha provato a rassicurare tutti su più punti, cogliendo l’applauso di chi ha sottolineato come in passato, anche per i ‘Ragazzi della panchina’ ci fossero stati timori infondati, e che l’accoglienza nelle parrocchie ha già dimostrato che non c’è nulla da temere, così come il dormitorio di largo San Giovanni, gestito da Comune e Caritas, non ha mai dato problemi.
Insomma, il progetto – a cui si vorrebbe aggiungere un ambulatorio per la sicurezza sanitaria – va avanti, con la possibile apertura immediata della mensa e, in seguito, del dormitorio. Ma i residenti pretendono ben altro che parole.