Petizione popolare a Variano di Basiliano contro l’abbattimento dell’edifico dell’ex macelleria (nella foto), proprio al centro del paese. Primo firmatario dell’iniziativa è stato Adriano Venturini, che così spiega il motivo della protesta.
“All’inizio del 2013 – ricorda – la Regione ha approvato una richiesta di contributo del Comune di Basiliano concedendo 400mila euro per un intervento di riqualificazione del centro storico della frazione di Variano. In fase di approvazione del progetto e della variante al Prc in consiglio comunale è stato presentato l’intervento che interesserà piazza Patriarcato, alcuni spazi di via San Leonardo, via XXI Aprile e via Trieste. In particolare, è prevista la realizzazione di un parcheggio nell’area di fronte all’asilo e la demolizione dell’edificio centrale denominato ‘ex macelleria’. Tutto bene? Non per tutti perché l’intervento che dovrebbe regalare una nuova fisionomia e rendere più fruibile il centro della frazione prevede l’abbattimento di un edificio storico, già riportato nella mappa Napoleonica del 1811 e parte integrante dell’assetto urbanistico di Variano”.
“Già nella discussione in consiglio – continua Venturini – sono emerse perplessità e contrarietà rispetto all’effettiva opportunità di sacrificare l’ex macelleria, tanto che progetto e variante sono stati approvati con i voti della sola maggioranza”.
Ora si muove anche un comitato che in poco tempo ha raccolto oltre un centinaio di firme di cittadini che sono state consegnate al sindaco Roberto Micelli per chiedere di rivedere il progetto e stralciare la demolizione dell’edificio, che per i firmatari rappresenta un importante segno distintivo del paesaggio urbano, della storia e dell’identità dei luoghi.
“La petizione – conclude Venturini – è stata consegnata anche all’assessore regionale all’Urbanistica MariaGrazia Santoro e alla presidente Debora Serracchiani che nel suo programma elettorale ha rimarcato l’importanza dell’ enorme patrimonio costituito dal paesaggio, borghi, monumenti, ville, edifici e di un progresso che non può prescindere dalla conoscenza di ciò che di unico disponiamo e dalla valorizzazione del patrimonio ereditato dalla nostra profonda storia e cultura”.