I cittadini non abbandonino l’impegno politico: restino attivi e facciano la propria parte, anche recandosi alle urne. E l’appello che l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, ha lanciato oggi dopo la celebrazione della Santa Messa in onore di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Possiamo capire – dice l’arcivescovo – la delusione, il senso di amarezza e l’incertezza dovuto all’attuale panorama politico. Senza contare che la legge elettorale non è stata cambiata. Ma dissentiamo dall’orientamento all’astensione che tenta molti elettori”.
Il pastore dell’arcidiocesi udinese dà il proprio appoggio a chi, da cattolico, è entrato nell’agone politico. “Questo – spiega Mazzocato – a prescindere dallo schieramento scelto. L’importante è che chi si presenta tenga fede al significato dell’aggettivo ‘cattolico’ e ai valori cristiani, agendo con forza, coerenza e coraggio. In particolare per portare avanti alcuni punti (lavoro, vita, immigrazione e famiglia) decisivi per il futuro della nostra civiltà e che vanno sostenuti”.
Un politica, quella di cui parla l’arcivescovo, che non si esaurisce nell’attività di partito o di governo. “Fa politica – precisa il sacerdote – anche chi si impegna nell’associazionismo, nel sindacato e nella scuola. Tutti questi si lascino illuminare da Dio e diano ascolto alla propria coscienza. Il parlare male della politica in quanto tale è diventato una sorta di hobby, ma ciò che conta è fare. Per quanto riguarda i tagli ai costi della politica, mi auguro che si cominci a dire la verità e che la matematica non sia un’opinione. Su questo tema spesso non tutto viene detto e nel cittadino resta sempre l’impressione che ci sia sempre un retroterra oscuro, che non riesce a venire a galla. Serve una maggiore trasparenza”.
Mazzocato ha poi annunciato che, per il futuro, l’arcidiocesi cercherà di trovare nuovi modi per aiutare le persone vittime della crisi economica. “Già nel 2012 – racconta l’arcivescovo – abbiamo messo in atto una rete di sostegno per soddisfare i bisogni minimi di tutti. In questo senso, la Caritas e i centri di ascolto (e sostegno) stanno lavorando a pieno ritmo. A Udine, inoltre, abbiamo rilevato la mensa dei poveri (ribattezzata ‘Grasie di Diu’) prima gestita dai cappuccini. Da 120-130 pasti al giorno siamo passati a una media di 170-180, con punte di 200. E il Comune ha risposto con un contributo significativo. Inoltre, negli ultimi 2 anni e mezzo abbiamo dato vita a un sistema di microcredito garantito da un fondo di solidarietà per chi non riesce a restituire il prestito. E devo dire che pochissimi non hanno mantenuto fede agli impegni”.
Alla professione giornalistica, e in particolare all’informazione digitale, è stata dedicata l’omelia. “Oggi nella bocca, e prima ancora nella mente, scorrono parole frenetiche, usate con leggerezza e non – spiega Mazzocato – con ponderata sapienza; sembra non ci sia neanche il tempo per poter verificare se esprimono verità e diritto. Potrebbe sembrare ormai irreversibile una linea di tendenza nella quale fanno colpo e attirano l’attenzione coloro che sanno far uscire le parole dalla bocca più velocemente e più ad effetto, come dei prestigiatori. Ma se ci pensiamo un po’ ci accorgiamo che anche oggi si avverte il diverso peso delle parole di un uomo. Quando escono da una bocca che parla dopo aver meditato con sapienza, attirano in modo diverso la nostra attenzione. Non solleticano una curiosità superficiale, ma risvegliano in noi un ascolto profondo dell’anima dove restano vivi, nonostante tutto, gli interrogativi veri della vita, il bisogno di verità e di diritto, gli interessi più autentici”.
E verità e diritto devono prevalere sulla semplice tecnica. “Il Papa – continua l’arcivescovo – torna a riflettere sulla Rete di comunicazioni che ha creato la tecnologia moderna dentro quello che è chiamato “mondo digitale o di internet. Il Pontefice prende atto che si tratta veramente di ‘un mondo’, di un ambiente di relazioni in cui gli uomini vivono contatti, confidenze, confronti reciproci che hanno effetti positivi o negativi sulla loro persona, sulla loro mentalità e sulle loro scelte. Nell’epoca attuale, il mondo in cui incontrare uomini è diventato anche quello della Rete digitale. Per questo, esso è un mondo da evangelizzare, da illuminare e umanizzare con le parole del Vangelo. Per questo la grande sfida che sta davanti ai vescovi, sacerdoti, catechisti, educatori cristiani non è solo quella di saper ‘navigare’ dentro la Rete digitale; ma di avere ‘una bocca che medita la sapienza e una lingua che esprime il diritto’. Chi ci incontra e ci legge si ferma perché avverte da noi parole diverse che lo guidano nella profondità della sua coscienza; parole nuove come sempre è ‘nuovo’ il Vangelo”.
23 gennaio 2013