Vincere al gioco è l’ultima speranza che rimane a chi ha perso tutto. Anche i friulani credono alla dea bendata e buttano nelle slot soprattutto la maggior parte dei loro soldi: quasi mille euro l’anno a persona, secondo i dati di Aams – Azienda per i Monopoli di Stato, nel 2012.
Poca cosa, si potrebbe pensare, ma nel dato rientrano tutti gli abitanti del Friuli Venezia Giulia, neonati e centenari compresi. E compresi pure i minorenni, cui la pratica sarebbe vietata, ‘ma il gioco ha le maglie poco strette’ – dice Rolando De Luca, psicologo, responsabile di Agita, centro di terapia per ex giocatori d’azzardo e le loro famiglie di Campoformido -, e i genitori, che non esitano a lasciare i figli di pochi mesi soli in auto, per andare a giocare alle slot machine. Cronaca di questi giorni.
“Questi ultimi – continua De Luca – sono episodi gravi, sintomo di malessere, ma marginali. Piuttosto, cresce il numero di genitori che si rivolge a noi perché il figlio adolescente gioca. (Il 17 per cento dei giocatori studia ancora, secondo il Codacons, ndr). Sia chiaro: non si tratta d’imitazione genitoriale, ma sociale. Purtroppo, il gioco è dappertutto. La pubblicità e la televisione incentivano a tentare la sorte. Si pensi soltanto al programma dei pacchi”. Il vero pericolo per i più giovani, però, viene da Internet.
Casinò on line
“Per i ragazzi utilizzare computer e telefonini anche per giocare è semplicissimo e non c’è nessun controllo. Basta una carta prepagata e possono tentare la fortuna. Ma buttare 50 euro per chi ancora non lavora significa pesare sul bilancio dell’intera famiglia”.
Insomma, la ludopatia è un male contagioso. “In Italia l’azzardo vale 100 miliardi di euro l’anno – conclude De Luca -, il 10 per cento della spesa per tutti i settori. E quando si è in crisi, non solo economica, si gioca di più nella speranza di cambiare la propria vita. Ma è provato che chi fa grosse vincite nel giro di un paio d’anni fa una brutta fine”.
Per carcare di mettere un freno al vizio del gioco, il Codacons del Friuli Venezia Giulia ha chiesto ai Nas, alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica di Trieste di indagare sulle sale videolottery aperte in regione. Stesso esposto è stato presentato in tutta Italia, dal Veneto alla Calabria.
Maria Ludovica Schinko
8 giugno 2013