Aveva interrotto la relazione e gli aveva detto a chiare lettere di non volerlo più vedere o sentire. Ciò nonostante, il 18 maggio scorso, alle due di notte, si è svegliata immobilizzata con l’ex sopra di lei che le chiedeva di riallacciare i rapporti. Questa è solo l’ultimo episodio di una serie di atti persecutori per i quali un 46enne residente a Lignano è stato riconosciuto colpevole di stalking.
Il Gup di Udine Emanuele Lazzaro lo ha condannato con il rito abbreviato a due anni e otto mesi di reclusione.
Tutto cominciò alla fine di aprile 2022, quando la donna lo lasciò. Già due giorni dopo il 46enne entrò in casa sua con le chiavi che non aveva restituito. Il cambio della serratura non lo fermò. Nei giorni successivi si presentò di nuovo alla porta di casa, andò al saggio di danza della figlia della donna, le scrisse e le telefonò per chiederle di tornare assieme, anche minacciando il suicidio.
Comportamenti, questi, che sono costati all’uomo prima il divieto di avvicinamento, infranto, poi l’arresto e la misura dei domiciliari con il braccialetto elettronico. E oggi la condanna.
“La relazione – commenta il difensore, l’avvocato Luca Beorchia – è durata sette anni e da poco era stata interrotta. Si è trattato del tentativo strenuo, durato meno di un mese, di riallacciare il rapporto. Non c’era la volontà di vessare la donna, ma solo ricomporre la relazione”.